il Fatto Quotidiano, 28 dicembre 2024
Le olive coltivate su Marte
Tempo tre anni, o poco più, e sul “pisello marziano” o sul “broccolo lunare” ne sapremo quanto mai prima d’ora. È partito, coordinato dal Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, il progetto “FLOS”, acronimo dell’espressione “Fiori per LO Spazio”. Finanziato con mezzo milione di euro dall’Agenzia Spaziale Italiana, lo studio indagherà gli effetti della gravità sullo sviluppo di fiori e pollini in ambiente extraterrestre, cercando di capire come la variazione di gravità possa garantire la riproduzione corretta delle piantine.
(…) Altro che Elon Musk e le sue navette spaziali che portano viveri avanti e indietro dalla ISS: FLOS le produrrà in loco. Giovanna Aronne, docente di Botanica Ambientale e Applicata della facoltà di Agraria alla Federico II, coordina, per questo progetto, un team multidisciplinare fatto da ricercatori del Dipartimento di Agraria napoletano, del Dipartimento di Scienze della Vita dell’UniSiena, e dagli esperti di tecnologie spaziali di Kayser Italia.
AGRICOLTURA NELLO SPAZIO
(…) “La ricerca – dice Aronne – rappresenta un passo cruciale per le missioni spaziali di lunga durata e la futura colonizzazione di altri pianeti”. Difatti, per ridurre la dipendenza dalle risorse terrestri, è necessario assicurarsi che le piante riescano a completare tutte le fasi del ciclo riproduttivo in condizioni di gravità alterata. (…)
Per la sperimentazione verranno utilizzati dispositivi di simulazione come il clinòstato (serve ai botanici per mostrare lo sviluppo direzionale delle radici e del fusto delle piante) e la Random Positioning Machine, macchina che simula la microgravità in laboratorio, ricreando identiche condizioni della ISS.
AGRICOLTURA NELLO SPAZIO
La ricerca, che nel prossimo futuro potrebbe avere quale laboratorio speciale anche la stazione spaziale, è condotta su fiori di specie di interesse alimentare coltivabili nello spazio: pomodoro, pisello, fagiolo e broccolo. “I risultati – continua Aronne – contribuiranno a rendere autosufficienti le missioni spaziali, riducendo la dipendenza dai rifornimenti terrestri”. Le tecnologie sviluppate avranno applicazione anche sulla terra, migliorando la produttività agricola e affrontando le sfide globali legate alla sicurezza alimentare.