la Repubblica, 28 dicembre 2024
Rai e Mediaset in discesa, ride solo Mentana
ROMA – Non è un buon momento per l’informazione televisiva, specie quella pubblica. Alla grande fuga dai telegiornali, con l’eccezione del Tg La7, corrisponde un crollo degli ascolti che colpisce in particolare il Tg1 e il Tg2, senza tuttavia risparmiare il Tg5, che comunque perde assai meno delle prime due testate Rai. Secondo la fotografia scattata dallo Studio Frasi su dati Auditel, nel periodo che va dal primo gennaio al 14 dicembre 2024, il notiziario diretto da Gian Marco Chiocci – imposto dall’amica premier sulla tolda dell’ammiraglia – ha smarrito rispetto al 2023 la bellezza di 163.414 ascoltatori, pari al – 3,79%, pur restando in testa alla classifica con uno share del 23,56. E ancora peggio fa il collega in quota forzista Antonio Preziosi: il suo Tg2 sprofonda al – 8,88%, pari a 96.782 paia di occhi che ormai preferiscono guardare altrove. Resiste invece il Tg3, che a dispetto del calo verticale della terza rete registra solo una leggera flessione: – 0,44% e 7.522 spettatori persi, rimanendo in termini di share (12,5%) due volte e mezzo sopra il telegiornale cadetto. L’unica in controtendenza è la testata regionale, che sale dello 0,78%.In casa Mediaset non va molto meglio. Il Tg5, secondo classificato con il 19,54% di share medio, scende del 2,42%: significa che 86.099 persone che l’anno scorso l’avevano scelto, non lo guardano più. Il Tg4 va giù del 4,44%, pari a – 24.756 ascoltatori. Studio Aperto del 3,52%, ovvero – 18.014 teste. A lucrare sull’emorragia è Enrico Mentana, che guadagna invece il 18,64%, pari a 191.810 utenti in più sull’edizione delle 20. «Una crescita che tuttavia va inserita nell’ottima performance della rete: se La7 aumenta il pubblico, ne beneficia anche il suo telegiornale», spiega Massimo Scaglioni, ordinario di Economia dei media alla Cattolica di Milano. Secondo il quale «il calo dei Tg, a partire dai due principali, è comunque fisiologico, legato al consumo di informazione che ormai passa meno per la tv e va online: soprattutto le nuove generazioni – aggiunge il professore – hannosmartphone, tablet, pc. Si sta cioè affermando una diversa abitudine di fruizione delle news». Dunque non è un caso se, proprio su input della Rai, dal 30 dicembre l’Auditel introdurrà una nuova forma di rilevazione, latotal audience, che monitorerà non solo i programmi in onda sui televisoritradizionali, ma anche quelli trasmessi sui dispositivi elettronici, ossia gli schermi connessi a Internet. Uno standard in grado di misurare più compiutamente i comportamenti e le scelte dei telespettatori.Dopodiché la minore attrattività dei Tg resta scolpita nei numeri. «Nonostante il periodo storico sia di quelli importanti, con due guerre in Ucraina e in Medio Oriente destinate a sconvolgere gli equilibri del nostro continente, quasi tutti i telegiornali soffrono, quelli Rai più degli altri», osserva Francesco Siliato, media analyst dello Studio Frasi. «Di solito, invece, nelle fasi di crisi il Tg1 era il notiziario di riferimento». Ma perché accade? Per l’esperto il calo sarebbe da ascrivere al «racconto monocorde della situazioni belliche, poco pluralista sotto il profilo delle forze in campo, unito probabilmente a una impaginazione con tanta cronaca nera e tanto spettacolo». Il risultato è sotto gli occhi di tutti: «È un fatto l’allontanamento dai primi due telegiornali del servizio pubblico, specie il primo, che perde il doppio del Tg5, mentre La7 guadagna moltissimo», insiste Siliato. E a risentirne sono anche i canali all news. Rainews24, diretto da Paolo Petrecca, ha ormai uno share da prefisso telefonico, lo 0.52, con un calo di audience del 17,9%. Peggio ancora fa Tgcom24, che pur scendendo solo del 4%, totalizza appena mezzo punto di share. Persino più in basso SkyTg24, che scende poco meno del 4 e si attesta sullo 0,33% di share medio. Una vera débâcle