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 2024  dicembre 28 Sabato calendario

Gli spettri di Anna Foglietta


«Ho debuttato in teatro a Roma, a vent’anni, proprio con Questi fantasmi!, interpretando lo stesso ruolo!». Anna Foglietta è tra i protagonisti della versione filmica della celebre commedia di Eduardo De Filippo, in onda il 30 dicembre su Rai1 con la regia di Alessandro Gassmann. L’attrice incarna il ruolo di Maria, moglie di Pasquale Lojacono (Massimiliano Gallo) che, con il marito, va ad abitare in un appartamento, nel cuore di Napoli, che pare sia infestato di fantasmi.
«Sì, ma il personaggio che interpretai la prima volta molti anni fa, è diverso da quello che interpreto adesso – riprende l’attrice – La Maria di allora era una donna sopraffatta, manovrata. Stavolta è padrona di sé stessa e, sia pure nel travaglio delle situazioni, diventa vincente. Per questo ho subito accettato la proposta del regista».
Lei è nata a Roma. Il suo rapporto con Napoli?
«Molto stretto. Mia madre è di origini napoletane e sono cresciuta ascoltando i racconti delle donne napoletane: la miseria, la fame, i bombardamenti... ma Napoli è una città resiliente, ha sempre avuto la capacità di reinventarsi e di farcela nonostante le avversità. Penso di sentirmi più napoletana, che romana».
Ha anche detto di sentirsi un’aquila. Perché?
«L’aquila vola alto, inquadra la preda, punta l’obiettivo e lo colpisce. Mi ci ritrovo: sono determinata».
Una donna alfa?
«Ho le idee chiare, non permetto di farmi manipolare. Sono alfa, beta, gamma, omega... tutte le lettere dell’alfabeto greco», ride.
E con determinazione ha intrapreso la carriera attoriale, senza frequentare una scuola di recitazione.
«Provengo da una famiglia operaia, i miei genitori pensavano a lavorare e non all’eventuale talento della figlia. Ma, sin da bambina, sapevo cantare e ballare, mi esibivo davanti allo specchio con le canzoni della Carrà o di Lucio Dalla. Volevo trovare un posto nel mondo e la mia psicoterapeuta mi ha detto: se tuo padre e tua madre ti avessero estradato di più, magari ti saresti stancata prima... ti è andata meglio così».
Insomma, non è stata condizionata dalla famiglia.
«Sin da adolescente, leggevo Gramsci, il Capitale di Marx... partecipavo alle manifestazioni dei metalmeccanici... Erano tempi spensierati, una partecipazione collettiva legata all’idea del rinnovamento, il sapere che nelle tue mani c’era la possibilità di cambiare le cose. È importante il senso civico, che non riscontro nei giovani».
Un carattere risoluto.
«Risoluta, con mille fragilità, ma capace di rimboccarmi le maniche. A 19 anni ho fatto i lavori più diversi: la famiglia era in difficoltà e mi sono resa utile, facendo dalla cameriera alla maschera per i cinema e i teatri».
Forte e determinata...
 «Sì, ma poi ho anche sofferto di attacchi di panico».
Come mai?
«Forse lo stress, la stanchezza, i problemi familiari... mi sentivo sopraffatta. Volevo volare alto, come l’aquila, ma temevo di non essere all’altezza dei miei desideri».
Paura del giudizio degli altri?
«Noi attori siamo sempre sottoposti ai giudizi degli altri. Quando è positivo, senti di aver vinto. Inoltre ho iniziato da autodidatta, prima recitando negli spettacolini nel teatro del mio liceo, poi facendo la suggeritrice. Quando venni scelta da Gabriele Muccino per uno spot pubblicitario, ricordo lo stupore di mia madre: non riusciva a credere che mi avrebbero pagato 5 milioni di lire, era come se avessi vinto la lotteria e pensava si fossero sbagliati».
Quando ha raggiunto la consapevolezza delle sue capacità artistiche?
«Quando cominciarono ad arrivarmi tante proposte e ho iniziato a rispondere dei no. Ho capito che ero diventata brava. Quest’anno celebro i 25 anni di carriera, le nozze d’argento e ne sono fiera».
Una volta non voleva accettare un ruolo, perché non era pagata come un collega?
«Che gli uomini, a parità di mestiere, guadagnino più delle donne è una triste verità. Bisogna cambiare le cose».
Ambiziosa?
«Sì, ma non mi lascio logorare dall’ambizione, che è un motore fondamentale, ma può diventare un veleno. Mi definisco karmica: se una bella cosa si concretizza, bene, altrimenti la lascio andare. Non soffro di invidia, può diventare tossica».
Pregi e difetti?
«Il pregio: sono generosa. Il difetto: poco indulgente verso me stessa, non mi perdono».
Non solo attrice, fra cinema, teatro, tv, anche filantropa, presidente di una Onlus.
«L’iniziativa Every Child is My Child è nata per supportare l’infanzia in diverse parti del mondo. L’obiettivo principale è il benessere psico-fisico dei bambini. Mi piace tanto fare al servizio degli altri, con uno sguardo pulito, all’altezza del mio compito».