La Stampa, 28 dicembre 2024
L’ultimo Natale di Gian Paolo Ormezzano
«I suoi racconti non stancavano mai. A tavola come in pagina». Angelo Marello, storico titolare dell’officina in corso Tortona diventata crocevia di sportivi, giornalisti, personalità dello spettacolo e della politica, era amico fraterno di Gian Paolo Ormezzano, morto ieri all’età di 89 anni. Tra loro c’era almeno una telefonata al giorno e una visita a settimana. Oltre che il pranzo di Natale insieme, al ristorante Ponte Barra di corso Casale. A neanche un chilometro dal monumento dedicato a Fausto Coppi: «Quella dell’inaugurazione del monumento, nel 2002, è una delle foto che gli piacevano di più – ricorda Marello – GPO amava il ciclismo tanto quanto il Toro». E il Toro «lo amava più di ogni altra cosa, eccezion fatta per figli e nipoti. È stato l’ultimo sacerdote della fede granata».La vita di Gian Paolo Ormezzano, venticinque Olimpiadi (estive e invernali) da inviato e centinaia di tappe raccontate in prima fila tra Tour de France e Giro d’Italia, è stata «un fiume di aneddoti ed esperienze». Angelo Marello, dal suo ufficio vista officina, li elenca tutti sfogliando gli album di foto. Il ricordo preferito? «Lo ha ripetuto anche al pranzo Natale: quella telefonata in cui Gianni Minà lo chiamò e gli disse: vieni a Roma che domani sera siamo a cena con Cassius Clay, Robert De Niro e Sergio Leone. Lui rispose: “Mi spiace sono a cena con il Papa”. L’invito di Minà era vero e adesso lui ci rideva su. L’autoironia era un suo talento».Le sue battute, tra amici, erano una certezza: «A tavola coinvolgeva tutti. Ricordava tutte le conversazioni, anche nei dettagli. È così che spesso si trasformavano in interviste da prima pagina. Che io sappia, non ha mai preso appunti in vita sua». Tra gli intervistati c’è un campione che preferiva a tutti: «Giampiero Boniperti. Quando erano insieme erano una cosa sola, nonostante la fede calcistica inconciliabile. Gli mancava molto. Ripeteva: ho passato più tempo con lui che con la mia famiglia...».Ricordi e ancora ricordi, dalla luna e ritorno, sfogliati a voce come pagine di giornale: «Come la partita a calcio al Cenisia tra giornalisti e ciclisti: a centrocampo era insuperabile, come il suo idolo Valentino Mazzola». E ancora: «Raccontava di come, da nuotatore, sfidasse Bud Spencer. E lo batteva spesso, diceva». Ad Angelo Marello scappa un sorriso: «Con quella cassa toracica che si trovava, poteva nuotare e parlare all’infinito».E poi ci sono gli anni recenti. «GPO ha sconfitto tre volte il Covid. Quando lo ricoverarono, nel tragitto tra casa sua vicino alla Pellerina e Villa Pia, mi chiamò per dirmi che stava passando vicino all’officina. Lui non drammatizzava mai. Era fatto così: cercava sempre di tranquillizzarci su ogni cosa».Alle ultime chiamate di ieri mattina, prima della sua partenza per il mare «dove avrebbe dovuto trascorrere Capodanno», Gian Paolo Ormezzano non ha risposto. «Pensavo fosse già partito. Stava benissimo, mai avrei potuto immaginarmi tutto questo» ammette Marello. Che aggiunge: «Era unico, la sua perdita mi lascia addosso una tristezza infinita. Restano dentro di me quei momenti pieni di ironia dell’ultimo Natale».Ai tanti altri ricordi di ieri, sui social e in tv, a rispondere è stato il figlio Timothy: «Era un vulcano, un gigantesco super papà. Siamo travolti dal dolore ma anche dell’affetto di tutti quelli che lo hanno amato». Con la famiglia Gian Paolo Ormezzano aveva passato il cenone della Vigilia. Con lui una trentina di parenti: «È stato un ultimo saluto bellissimo» conclude il figlio. «Era spesso in giro per lavoro – aggiunge il nipote Ezio, figlio del fratello Franco – ma in famiglia era sempre presente».Le esequie alle 9,30 di lunedì alla parrocchia Sant’Anna di via Giacomo Medici 65. Dove domani alle 17,30 si terrà il rosario.