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 2024  dicembre 28 Sabato calendario

Biografia di Cecilia Sala

Alla vigilia del secondo attacco missilistico dell’Iran su Israele, era la fine di settembre, Cecilia Sala era a Tel Aviv e ai colleghi raccontava con entusiasmo di essere sul punto di avere dall’ambasciata iraniana un visto giornalistico. «L’Iran è un Paese che ho nel cuore, mi interessa moltissimo», diceva, presa però dal dubbio se fosse davvero il momento giusto per tornare a Teheran: l’attenzione del mondo, infatti, si stava concentrando sul Libano, dove era appena cominciata l’operazione militare israeliana contro Hezbollah. «Forse andrò a Teheran, o forse a Beirut, o forse nel nord della Galilea, anche da lì si possono raccogliere delle storie. Per ora vado in camera a registrare il podcast, che a Roma mi stanno aspettando e sono in ritardo…».Cercatrice di storie per professione e appassionata di politica internazionale per inclinazione, Cecilia Sala ha un grande spirito di iniziativa che la spinge a partire da sola per Paesi sconvolti da crisi. A 29 anni è la cronista che si occupa di Esteri più popolare della Rete, con un profilo Instagram seguito da quasi mezzo milione di follower. È anche la più conosciuta pioniera del giornalismo declinato sui new media, i social, i podcast, qualsiasi cosa sia innovazione digitale.Cecilia Sala nasce a Roma nel 1995 e si trasferisce a Milano per frequentare, tra il 2014 e il 2018, Economia Internazionale all’Università Bocconi. Durante gli studi collabora con Vice Italia (2015) e con Servizio Pubblico di Michele Santoro (2016). Ha lavorato saltuariamente per diverse testate, tra cuiWired, Vanity Fair el’Espresso,per un periodo è stata aWill Mediae aLa 7,dal 2019 si occupa in pianta stabile di Esteri per il Foglio.«Era in Iran con un visto regolare riferisce il direttore del Foglio,Claudio Cerasa – per descrivere unPaese che conosce e che ama, un Paese in cui l’informazione viene soffocata a colpi di repressione e violenze».La svolta della carriera arriva con i podcast. Ne fa uno nel 2020 chiamato “Polvere”, insieme a Chiara Lalli, sul caso Marta Russo: otto puntate pubblicate da Huffington Post, in cui ricostruisce l’intera vicenda della studentessa uccisa alla Sapienza mettendone in dubbio l’esito giudiziario, diventate poi un libro entrato in classifica della saggistica.Da due anni è autrice e voce di“Stories”,il podcast più seguito in Italia edito da Chora Media, nella quale propone una storia internazionale al giorno. «È straordinariamente coraggiosa, abituata ad andare sul campo», dice Mario Calabresi, ex direttore diRepubblica, direttore e co-fondatore di Chora Media. «Non è una freelance, è regolarmente assunta. Viaggia con tutte le tutele ed è entrata in Iran in accordo con le autorità, in modo trasparente. Le ragazze iraniane e il loro coraggio sono la sua passione, ci teneva a tornare lì, a parlare con le amiche che ha messo nel libro “L’incendio”, scritto per Mondadori». Prima dell’arresto, il 16 dicembre, Cecilia Sala dall’Iran ha pubblicato un video nel quale spiegava i primi cambiamenti che ha notato rispetto alla precedente visita, poi “Una conversazione sul patriarcato a Teheran” parlando con una 21enne iraniana di nome Dibae discutendo della nuova legge sull’hijab nella Repubblica islamica.Figlia unica, attualmente è la compagna dell’inviato del Post Daniele Raineri, con il quale giovedì è riuscita brevemente a comunicare telefonicamente dal carcere iraniano di Evin. L’intraprendenza, l’uso intensivo dei social e l’intuizione di trasformare i reportage in brevi racconti audio («fu un’idea di Calabresi mentre ero in Afghanistan», ha spiegato) hanno reso Sala un volto assai noto in televisione, dove viene chiamata come opinionista nelle trasmissioni di approfondimento e, talvolta, come ospite negli show di intrattenimento per raccontare la propria esperienza di podcaster e inviata di guerra.«Stories parte sempre con una scena, un dettaglio o un personaggio, famoso o sconosciuto, che sia simbolico e in qualche modo strumentale a raccontare una storia più ampia e universale», ha dichiarato Sala al Reuters Institute, che le ha dedicato un servizio. «Il progetto prevede che io viaggi, che racconti le storie con la mia voce quando sono a Roma e qualche volta con la voce diretta di un protagonista che è in Ucraina, Texas, Iran o altrove».