Corriere della Sera, 28 dicembre 2024
De Luca sfida il Pd
Il governo Meloni deve fare ricorso contro il terzo mandato di Enzo De Luca (ma non solo il suo) entro il 10 gennaio. La Corte costituzionale dovrebbe decidere in qualche mese per impedire al governatore della Campania di ricandidarsi per la terza volta. E fin qui siamo ai dati di fatto.
Poi c’è la politica. Giorgia Meloni dovrebbe decidere di togliere le castagne dal fuoco a Elly Schlein, che non vuole il terzo mandato di De Luca. E, stando a quello che dice Alfredo Mantovano, è prontissima a farlo, ovviamente non per fare un piacere alla segretaria del Partito democratico, ma per ribadire una norma che le interessa, visto che al prossimo giro, al voto, ci saranno le Regioni che contano e, quindi, anche i candidati presidenti che contano. Si parla di Lombardia e Veneto, per esempio, e Fratelli d’Italia finora da quelle parti non ha nessuno.
Ma mentre a Roma governo e opposizioni cercano di capire quale può essere la via d’uscita per governatori attuali o aspiranti tali che hanno dalla loro il consenso elettorale, a Napoli Enzo De Luca ha deciso di andare avanti, senza preoccupazioni per la «guagliona Meloni» e senza troppi timori per le decisioni di «Schlein». «Io parlerò ufficialmente tra due settimane», assicura il presidente della Regione Campania. Che sottolinea, tanto per chiarire ulteriormente la situazione, non sia mai che qualcuno (nel suo partito) non avesse capito: «C’è una sola certezza, anzi due. Io mi candiderò e non mi dimetterò». Precisazione obbligatoria per lui, che vuole sfidare non solo Elly Schlein ma anche Giorgia Meloni e, quindi, anche il ricorso del governo alla Corte costituzionale per impedire il suo terzo mandato.
Già, non è detto che la Consulta faccia in tempo. Cioè che ribadisca il no al terzo mandato prima che De Luca si candidi. Ma il governatorissimo non sembra preoccupato. Anche se il dicastero delle Autonomie sta lavorando alacremente per dimostrare che De Luca è fuori gioco. Peccato che lui non si veda così. Tant’è che ripete, senza paura di finire fuori partita, il suo mantra: «A Roma pensano solo a salvarsi il fondoschiena», dice lui, sicuro. E aggiunge: «Nella Capitale vogliono solo rompere le scatole a quelli che lavorano nel territorio».
Visto che sfogo ha da essere, poi, quello di De Luca è puntuale e preciso: «Dicono che il presidente di Regione accumula un potere che condiziona la vita democratica. È un’idiozia totale». E ancora, tanto per essere più esplicito: «Il terzo mandato? Vogliamo parlare sul serio?».
Già, perche De Luca contesta il fatto che il suo mandato valga più degli altri che possono essere ripetuti all’infinito: «Stando a sentire chi non vuole il terzo mandato dei presidenti di Regione, arguisco che il parlamentare non conta nulla e per questo può avere molti mandati consecutivi».
Il suo ragionamento, secondo i fedelissimi, non fa una grinza. E la postilla, rigorosamente made in De Luca, non stupisce: «Lasciamo perdere i parlamentari, che hanno una funzione simbolica. Ma i ministri, i sottosegretari, la presidente del Consiglio? Quelli pure hanno una funzione simbolica? La verità è che è tutta una grande ipocrisia».