L’Adige, 28 dicembre 2024
Lucia Coppola ha scritto un romanzo
Come si affronta il lutto? C’è chi riempie la casa di ricordi, chi rimane da solo a confrontarsi con le proprie paure, e chi parla in continuazione per sfogarsi. C’è anche chi, purtroppo, reprime le emozioni, e c’è chi, invece, come Lucia Coppola, scrive. La scrittura aiuta sempre ad esplorare e capire i propri stati d’animo, fa rivivere i momenti più belli passati con la persona persa e, anche solo per un istante, la fa sentire di nuovo accanto a sé. Lucia Coppola, originaria di Tremosine sul Garda, ha insegnato per anni nelle scuole elementari della regione. Impegnata in politica fin dalle superiori, nel 2023 è stata eletta consigliera provinciale per Alleanza Verdi e Sinistra. Come scrittrice ha vinto numerosi premi letterari, e ora torna in libreria col suo nuovo titolo: Sono tornate le formiche ma tu non ci sei. Lettere da quaggiù (Lupi Editore). Un racconto che narra i primi cinque mesi dalla perdita del marito, una serie di lettere scritte per ricordarlo e superare così il lutto. Un viaggio tra dolore e amoreLucia Coppola, il libro è dedicato a suo marito immagino.Il libro è certamente dedicato a mio marito per la persona straordinaria che è stata, e per ciò che ha significato nella mia vita e in quella di figli e nipoti. Ha lasciato il segno in tutte le sue attività lavorative e nelle relazioni che costruiva. La sua riservatezza e il defilarsi, la generosità nel darsi agli altri, nel sostenermi sempre, mi hanno indotto a raccontare di lui, pur nel nostro quotidiano di coppia, per onorare la sua memoria.Cosa l’ha spinta a scrivere queste lettere?Mi ha spinto il dolore intensissimo che a tratti mi sembrava insopportabile. Il lutto va attraversato anche parlandone, ricordando, e dichiarando la propria sofferenza. Ho anche pensato che forse la mia storia avrebbe potuto aiutare chi si trova nella mia stessa condizione. Anche se inizialmente non pensavo ad una pubblicazione. Per me la scrittura è sempre stata catartica.Come la scrittura la ha aiutata a superare il lutto?Parlare di lui e di noi, dell’amore di tutta una vita, ha scavato dentro la mia anima e nel cuore. Non è stato facile. Riaffiorava tutto con la forza dirompente della disperazione. Ma anche dell’infinita tenerezza per ciò che siamo stati, due ragazzi coraggiosi, per le nostre fatiche, per la dolcezza della maturità e di un legame che nel tempo si era saldato superando crisi, differenze caratteriali, e difficoltà di una vita tutta in salita. Eravamo diventati simbiotici, davvero due in uno. Ed io mi sentivo, e ancora mi sento, spezzata. Come se vivessi a metà.Che emozioni ha provato mentre raccontava la vostra vita assieme?Man mano che la scrittura avanzava era come se un’altra me, lucida, compassionevole, presente a se stessa, mi prendesse per mano e mi accompagnasse dentro il faticoso e doloroso processo di elaborazione, che non è ancora concluso. Certo è stato emozionante. Sin troppo. Ma necessario. Non avevamo in fondo mai riflettuto sulla nostra storia. Perché la vivevamo ancora con entusiasmo e passione. Rivisitarla mi ha permesso di riconnettermi con lui, con ciò che siamo stati, dentro una bellissima storia d’amore durata 54 anni. Perfetta nella sua imperfezione.Come mai ha voluto unire alle lettere anche testi di canzoni o altri scritti?La nostra vita è stata segnata in modo forte dalla lettura e dalla cultura in genere. Per lui più dalla saggistica. Da un’infinità di libri, da discussioni, consigli, citazioni. Il piacere di leggere, soprattutto per Fausto era una necessità irrinunciabile. Mi sono affidata fiduciosa ai poeti e alla musica perché Fausto era un musicista. Trasferirle nel libro, all’inizio di ogni capitolo, mi è venuto naturale. Un arricchimento e un richiamo alla bellezza del vivere nella sua accezione più alta che mi è stato di conforto, e ha meglio definito la qualità della nostra storia. È un libro sul dolore ma di più sull’amore.Sono tornate le formiche ma tu non ci sei. Lettere da quaggiù, Lupi Editore, pagine 146, euro 14. 99.