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 2024  dicembre 27 Venerdì calendario

Biografia di Luisa Spagnoli, la donna che inventò il bacio Perugina

Luisa è stata un prototipo. In un’Italia allo stato nascente, fra Ottocento e Novecento, quando la modernità sociale non era che un futuribile miraggio, riuscì non solo a cambiare il suo destino con la sola forza dell’immaginazione, ma soprattutto fu capace di incidere sul futuro materiale di una intera cittadina di provincia: Perugia. E poi dell’Italia intera. Così come gli antichi alchimisti usavano la pietra filosofale per mutare il metallo in oro, lei usò invece le idee e le trasmutò in cioccolato. Luisa così il titolo del romanzo eponimo di Paola Jacobbi che, esaustivo come un saggio, ne racconta l’epopea è Luisa Spagnoli, la donna che inventò il Bacio Perugina.Le bastava un clic, un soprassalto dell’anima, per intuire il prodotto vincente. Questa volta siamo nel 1922, al tempo della Marcia su Roma fu un mucchietto di nocciole abbandonate sul bancone del laboratorio della più famosa fabbrica di cioccolato d’Italia. Ormai ricca ma nata povera, Luisa non amava lo spreco. Cominciò a pasticciare con quei rimasugli di granella mescolati con pasta di cacao per fare delle pallocche sormontate da una nocciola, tenute insieme da una colata di cioccolato. Lo chiamò “cazzotto”. Ma Giovanni, figlio di uno dei fondatori, ridacchiando spiegò che nessuno sarebbe entrato in una pasticceria per chiedere un «cazzotto». Propose di chiamarlo «bacio», fissandola negli occhi. «Che romanticheria» rispose Luisa seccata, senza trattenere un pudico rossore. Infatti, era successo che, due settimane prima, il giovane Buitoni, trovandosela all’improvviso davanti, l’avesse sfrontatamente baciata «a fior di labbra». Con un sottile gioco contrappuntistico il travolgente successo dei Baci Perugina si intreccia con il radicarsi di un amore ipergamico, un amore socialmente sconveniente per via di quei 14 anni in più di Luisa. «Il bacio èun apostrofo rosa tra le parole t’amo»: quel verso del poeta Edmond Rostand è la citazione più famosa dei cartigli d’amore avvolti nei Baci. Giovanni e Luisa erano soliti scambiarsi quei versi appassionati in privato, ogni giorno si dice, citando Ovidio e Prévert, Dante e Shakespeare. Il racconto di Paola Jacobbi (Sonzogno, 318 pagine, 18,00 euro) è un autentico pezzo di bravura narrativa. Quel Bacio è la stella fissa su cui ruota tutto l’universo esistenziale di Luisa: dalla prima confetteria in via Alessi alla invenzione della lana d’angora, dalla scoperta del cioccolato alla sorpresa dentro le uova di Pasqua, dal marito Annibale all’amante Giovanni. Attraverso il romanzo Luisa chiede alla storia il posto che gli storici le hanno negato. Per dire: la Perugia di Spagnoli & Buitoni dovrebbe godere dello stesso rango della Ivrea di Olivetti nei libri di storia. Luisa fu la prima donna a entrare in un consiglio di amministrazione, fra le prime a guidare un’automobile. Sotto il segno della modernità: fu la “sua” Perugina ad aprire i primi asili nido, a istituire le gite sociali, a favorire l’assunzione delle donne.L’interesse aziendale coincideva con il benessere dei dipendenti. Ma soprattutto aveva intuito che alla potenza della pubblicità doveva corrispondere la bontà del prodotto. Nel romanzo di Paola Jacobbi c’è un passo, poche righe appena, che meglio esprime la visione del mondo di Luisa Spagnoli: «Aveva capito che la vita non ha mai un solo sapore. Ne ha sempre almeno due. Il segreto è saperli mescolare...».