il Giornale, 27 dicembre 2024
L’AI accelera velocità e ritmo: e Wall Street riscopre la Mela
Se Wall Street si appresta a chiudere un 2024 di crescita euforica lo deve in gran parte al fattore AI. Sommando il quasi +27% di quest’anno dell’indice S&P 500 al +24% dell’anno scorso, un biennio senza eguali dal boom delle dot-com e che trova le sue fondamenta nella rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Nella prima metà dell’anno, sei soli titoli (Apple, Nvidia, Microsoft, Alphabet, Amazon e Meta) – tutti legati a doppio filo all’AI – hanno rappresentato più della metà del rendimento totale del mercato statunitense. Questi sei colossi non sono omogenei, ma condividono un denominatore comune. «Tendono tutte ad avere caratteristiche specifiche che consentono loro di dominare i rispettivi settori e generare crescita, margini e rendimenti eccezionali», spiega Alex Tedder, co-head of equities di Schroders, che nell’outlook per il 2025 sottolinea come tali società «rimarranno straordinariamente redditizie e componenti importanti dei portafogli globali».
Tra le singole big tech, nel 2024 Nvidia non ha avuto rivali (+171%) con i suoi chip che stanno alimentando gran parte del passaggio all’intelligenza artificiale. In un anno Nvidia ha visto il suo valore di mercato lievitare di circa 2mila miliardi, più di quanto vale tutta Piazza Affari. Quotazioni più che raddoppiate anche per Broadcom (+101%) da poco entrata nel ristretto club delle mega cap da 1 trilione di dollari sotto la spinta della sua divisione semiconduttori, strettamente correlata con lo sviluppo di prodotti per l’AI. In quest’ultimo scorcio d’anno la febbre da chip AI è in parte rientrata, con il titolo Nvidia che ha corretto di oltre il 10% dai massimi nonostante l’enorme domanda per i nuovi chip Blackwell; il principale timore è che in futuro concorrenti quali Amd rubino quote di mercato a Nvidia.
Parallelamente gli investitori hanno riscoperto il fascinodella Mela Morsicata. Apple ha infatti guadagnato oltre il 10% nell’ultimo mese, aggiornando i massimi storici e ieri viaggiava a soli 2 punti percentuali dai 4mila miliardi di dollari di valore in Borsa, livello mai raggiunto da nessuna società. La scommessa del colosso guidato da Tim Cook è che Apple Intelligence divenga il primo casodi utilizzo di massa di tecnologie di intelligenzaartificiale. Il lancio dell’AI di Apple (in Italia arriverà ad aprile 2025, ndr) dovrebbe fare da volano alle vendite di iPhone 16 nell’esercizio fiscale 2025; su una prospettiva pluriennale la svolta dell’AI potrebbe riguardare una massa critica di oltre 2 miliardi di dispositivi che utilizzano il sistema operativo iOS e un business di servizi del valore di 2mila miliardi.
«Nei prossimi anni l’intelligenza artificiale attraverserà l’ecosistema Apple con oltre il 20% della popolazione mondiale che interagirà con l’AI su un dispositivo Apple», ha affermato l’analista di Wedbush, Dan Ives, che stima circa 300 milioni di iPhone in circolazione pronti per un aggiornamento alle versioni 15 e 16, dotate delle funzionalità Apple Intelligence. La sponda dell’AI dovrebbe iniziare a palesarsi già nell’attuale stagione natalizia, agendo da trampolino per un rilancio della crescita del colosso di Cupertino nei prossimi 12-18 mesi; sulla base di tali presupposti Wedbush ieri ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo Apple a 325 dollari, ossia il 26 per cento sopra i livelli attuali, pari a circa mille miliardi di valore in più. Il cfo uscente di Apple, l’italiano Luca Maestri, per il trimestre in corso ha indicato un valore delle vendite in aumento di una percentuale «tra bassa e media» rispetto ai quasi 120 miliardi di dollari riportati nell’analogo periodo dell’anno scorso