il Giornale, 27 dicembre 2024
La sfida social Pd-Meloni tra cotechino e panettone
Un vecchio adagio recita: gli amici te li scegli, i parenti no. E capita – soprattutto durante le feste natalizie – di dover «spartire» tempo e libagioni con familiari che non condividono le nostre idee e il nostro modo di vivere. Da questo spunto parte la campagna social del Partito democratico che immagina un pranzo di Natale con parenti «marziani» come potrebbero esserlo Vernon e Petunia Dursley, gli zii «babbani» (cioè privi di poteri magici) di Harry Potter. E il decalogo dem imbecca il modo giusto per ribattere punto su punto a tutte i motivi d’orgoglio di chi supporta da due anni il governo di centrodestra. Che poi nient’altro è che la lista dei cavalli di battaglia della segretaria Schlein. Si va dalla questione sanità («Ti hanno fissato la visita a marzo 2026? Forse non è colpa dei medici, zio, ma di chi taglia la sanità pubblica»); ai cpr in Albania («Parliamo di tutte le cose che si potevano fare con gli 800 milioni sprecati in Albania») fino alla pioggia di condoni (compreso quello per le multe dei no-vax). Non manca ovviamente la ciliegina sulla torta con i treni in perenne ritardo (con Salvini al ministero dei trasporti).
L’altro vademecum è firmato da Fratelli d’Italia.Sembrano uno la risposta dell’altro. Una sorta di confronto serrato che ricorda più la sceneggiatura di Ferie d’agosto di Virzì che non un dibattito parlamentare.
Nella guida proposta dal partito della Meloni si spiega come «cantargliele» ai parenti orientati a sinistra, anticipando la discussione già messa in conto per il pranzo natalizio. «Se a tavola hai lo zio che si lamenta delle tasse – spiega il vademecum -, ricordagli che il taglio del cuneo fiscale è stato reso permanente». La manovra mette a disposizione poche risorse? «Si sarebbe potuto fare di più, se non ci fosse stato un debito da 137 miliardi» creato dall’uso fuori controllo del superbonus edilizio. «Se senti poi mormorare la zia femminista – aggiunge la guida di Fratelli d’Italia -, ricordale che con il governo Meloni si è raggiunto il record di occupazione femminile», sottolineando con nonchalance che Giorgia, tra l’altro, è la «prima premier donna in Italia».
Non pago del successo virale di questa schermaglia, il deputato Giovanni Donzelli sottolinea come la campagna dem sia stata una malriuscita scopiazzatura del vademecum di destra. «A Natale siamo tutti più buoni e perdoniamo anche il Pd che ha copiato la campagna social da Fratelli d’Italia – scrive su X il responsabile dell’organizzazione del partito della Meloni -. Però che tristezza dover copiare per provare a essere simpatici».
Il suo partito va oltre e propone anche quattro card regalo su Instagram: un tricolore per Elly Schlein; per GiuseppeConte il libro Le istruzioni per essere coerenti; per Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli Il libro nero del comunismo»; e infine un «contratto di casa» per Ilaria Salis. La stessa europarlamentare sfrutta i social per un augurio natalizio pieno di ironia. L’eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra, stufa della presa in giro della trasmissione radiofonica La zanzara (un malizioso jingle con cui si sostituisce il suo nome a quello di una nota agenzia immobiliare) compone una «Letterina a Babbo Natale: mai più gente senza casa, mai più case senza gente», sotto il logo della stessa agenzia immobiliare.
Il Natale, però, non dovrebbe essere spunto di velenosa ironia tra avversari. È la tesi di Gianfranco Rotondi. «Noi siamo cresciuti in un’Italia in cui i direttori di giornale scrivevano un editoriale per suggerire agli italiani di non discutere di politica a Natale – ricorda su X il presidente della Dc -. Chi crede nel Natale non fa politica a tavola».