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 2024  dicembre 27 Venerdì calendario

Gregorio Paltrinieri parla del futuro

Un chiodo fisso nel gomito e un altro che non si sfila dal cuore: «Nuoterò per arrivare a Los Angeles». La traversata di Greg riparte dopo molti dubbi e altrettanta voglia di fermarsi. E invece a 30 anni, di cui 26 a mollo vincendo tutto tra piscina e mare, Paltrinieri prosegue la rotta verso le Olimpiadi 2028. A quelle di Parigi ha vinto un argento nei 1500 stile libero e un bronzo negli 800 in vasca (primo italiano a podio in tre edizioni dei Giochi di fila e il più decorato di sempre con 5 medaglie olimpiche). Soltanto 9° nella 10 km nella Senna, la gara cui teneva di più. Dopo la cerimonia di chiusura in Francia, dove è stato portabandiera dell’Italia in coppia con la sua fidanzata, la spadista Rossella Fiamingo, è caduto tornando a casa e si è rotto il gomito sinistro.
Cominciamo da questo strano epilogo?
«Molto simbolico. Appena uscito dallo stadio ero già con la testa altrove, in modalità vacanza: meno attento a quello che mi circondava e a me stesso. Sono caduto dalla bici un’ora dopo la cerimonia. Aspettavo così tanto il momento di fermarmi, che ne ho approfittato troppo».
Un tempo supplementare per riflettere sul futuro.
«Sì, anche se è stata e continua a essere una scocciatura, mi sono rotto il capitello radiale e operato, intervento riuscito, rimarrà il chiodo, riesco a fare quasi tutto, non interferisce con i movimenti. Solo un po’ di male se spingo e tanta muscolatura sul lato sinistro da ricostruire. Nel frattempo però ho fatto mille cose messe da parte, a sei anni ero già agonista e ho nuotato ininterrottamente, mai ero riuscito a staccare e fare cose belle per me».
Quali ha recuperato?
«Subito dopo Parigi una vacanza in Sicilia, i primi giorni a casa di Rossella anche perché ero moribondo e imbottito di antidolorifici, non riuscivo a fare niente, lei mi imboccava per mangiare. Nozze? No, per ora. Poi siamo andati alle Egadi, a Barcellona dove sono salito su Luna Rossa, un mesetto fa nella Polinesia francese con tappa in California, a Los Angeles, dove non ero mai stato. Bella impressione, anche se ho visto molta sofferenza sociale».
È andato a prendere le misure?
«No, niente visite agli impianti dei Giochi. Volevo ancora rimanere con la testa altrove. Ho visto giocare i Lakers con LeBron e il figlio insieme, storia pazzesca, molto emozionante quando negli ultimi minuti Bronny è stato buttato in campo».
Lei non lascia il suo campo: il nuoto. Essere portabandiera a Los Angeles sarebbe uno stimolo in più?
«Sì, sarebbe stupendo. Comunque il mio unico obiettivo sono le Olimpiadi 2028. Devo vedere come e cosa fare, forse dovrò correggere in corso d’opera. Di certo voglio vivere questi anni provandoun’altra forma di me, avvicinandomi in un modo ancora una volta diverso al nuoto. Non ho progetti a breve termine, a parte i Mondiali a Singapore l’estate prossima. Intanto penso alla salute e alla forma, ho ricominciato ad allenarmi solo da qualche settimana, ma con calma, solo la mattina, al pomeriggio riposo e fisioterapia. Per durare quattro anni devo trovare qualcosa che mi diverta e per cui abbia davvero desiderio di lottare».
Lascia la piscina?
«Voglio vincere nel fondo, farò tutto in funzione di questo».
Eppure un argento e un bronzo tra le corsie in Francia.
«E per battermi nei 1500, Finke ha dovuto fare il record del mondo. L’argento l’ho preso col crono dell’oro di Rio 2016. Mai ci avrei creduto. Io vado così forte anche grazie alla competizione sentita e personale che ho con i miei avversari, altrimenti è impensabile, illogico fare questi tempi a 30 anni, i più grandi fondisti hanno segnato i personali massimo a 25 e poi hanno smesso coi 1500. A me piace la sfida, battere quelli più forti di me. E poi preparare il fondo per togliermi pressione in vasca, è stato importante».
Quindi testa al fondo e corpo nel cloro?
«Da qui in avanti il mio focus sarà sul mare, voglio fare qualcosa di grande che non ho ancora fatto. Lapiscina non la escludo a priori se mi fa sentire alcune cose, anche funzionali al mare. Ma a lungo termine devo ragionarci. Il fatto di non aver performato nel fondo a Parigi come avrei voluto, mi fa dire che posso fare ancora molto bene».
Ci pensa ancora alla Senna?
«Un incubo. Ci ripenso come a una gara bruttissima, una delle più brutte che ho fatto nella mia vita.
L’ho gestita male e ha scardinato tutto quello che pensavo e conoscevo di me, e dire che era la gara in cui mi sentivo più pronto. Invece è tutto cambiato in un nanosecondo, mi sono tuffato e reso conto che era una situazione inadatta alle mie capacità. E non aver provato il campo ha reso le cose più difficili. A parte lo sporco, non avevo idea di come nuotare soprattutto a favore di corrente, giravo a vuoto. Alla fine ero distrutto, morto completamente».
L’età avanza?
«Certo, dovrò dosarmi fisicamente, ma ormai ci sono tanti esempi di atleti che vanno avanti. Magari sono solo un sognatore che vede solo le cose belle e forse nel nuoto è più complicato, ma sono convinto di poterlo fare anch’io, gli sportivi di alto livello sono oggi più consci di quello che serve per essere più longevi. La parte più importante è l’entusiasmo di buttarmi in acqua, la testa è fondamentale».
Il suo amico Gianmarco Tamberi con la testa ci ha provato fino all’ultimo a Parigi.
«Due cose mi hanno impressionato: quanto sia tutto fragile attorno a noi e la caparbietà di Gimbo. Era il sogno perfetto, lui il favorito, tutto acchittato, e invece ecco i calcoli renali e tutto che crolla. Eppure è salito in pedana per onorare il lavoro e il percorso fatto. Il dramma sui social criticato? Lui ha sempre condiviso tutto, io apprezzerei piuttosto la sua voglia di esserci lo stesso».
Thomas Ceccon andrà in Australia, consigli?
«Di godersela. Io andai a Melbourne perché a un certo punto devi saper staccare dalla routine sennò cominci a odiarla. Siamo diversi ma Thomas mi ricorda un po’ il me stesso a Rio, tutti gli occhi addosso.
Il gelo tra lui e Federica Pellegrini?
Credo Thomas intendesse solo dire che lui è giovane e Federica a fine carriera, per questo in piscina a Verona non hanno condiviso molto».
Le polemiche su Benedetta Pilato, felice per il 4° posto?
«Da una frase detta a caldo post gara non si possono trarre conclusioni. Sono totalmente dalla parte di Benny, nessuno può dirmi come sentirmi. Lei è una super guerriera, tenace, ha vinto tanto e si è spostata a Torino per migliorare».
Lei segue anche la F1 ed è tifoso della Ferrari. Contento dell’arrivo di Hamilton?
«Moltissimo, Lewis è sempre stato uno dei miei preferiti anche come persona, mi ha sempre ispirato, insieme a Nadal. Certo, dispiace vedere andare via Sainz. È stato un Mondiale divertentissimo, con tanti vincitori diversi, tranne me che al fantaF1 ho fatto scelte scellerate e perso».
Jannik Sinner è il nuovo simbolo dello sport italiano?
«Lo trovo molto interessante, è una personalità diversa dalla tipologia dello sportivo vincente e in vista, mi piacerebbe conoscerlo, è l’unico che non ho mai incontrato. Mi ha stupito trovarlo così solido in un anno in cui ha anche avuto tante cose per la testa, significa che ha una forza e una capacità che altri non hanno, credo sia davvero un campione da studiare».