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 2024  dicembre 25 Mercoledì calendario

L’amore tra Cavour e la contessa di San Germano

26 settembre 2015
Lettera di Rosanna Roccia a me:

Caro Giorgio,

Dopo la telefonata in cui mi dicevi di una sposa mancata di Cavour non ho più avuto tue notizie. Tuttavia ho ricontrollato senza esito varie fonti. Ho visto che l’Avetta  a p. 310  delle Lettere d’amore dice che dalla “vox populi, il 7 giugno 1861”, fu diffusa la notizia di un matrimonio mancato di Camillo con Costanza Vittoria Grimaldi del Poggetto vedova Scati di Casaleggio, che non è la donna di cui parlerebbe Carolina Marsh nel suo diario (che non ho ancora potuto verificare).»


Lettera mia a Rosanna Roccia

La storia di Costanza è nota e, se non ricordo male, risale al 47-48: Michele si interessò di questo matrimonio, e Camillio, in genere contrario (ma Adele era appena morta, e la cosa forse non è estranea a quel cambio di opinione), stavolta disse di sì, che se lei era d’accordo l’avrebbe sposata. Fu lei a dire di no. Ma eccoti il passaggio della Marsh (siamo al Regio, presente, nel suo palco, il re):
15 gennaio 1862«(…) La contessa di San Germano era bellissima, anche se il tempo e i dolori patiti hanno lasciato un segno. Circolano voci che il suo secondo matrimonio con il fratello del primo marito non fosse di suo gradimento e che alla fine avesse accondisceso solo per l’intervento personale del papa. C’era in questione una proprietà immensa da rivendicare e questo matrimonio avrebbe annullato ogni possibile conflitto. Ma stasera un altro tassello romantico si è aggiunto alla storia: pare che al tempo di questo matrimonio di convenienza ci fosse un forte legame tra la contessa e Cavour e che i due si fossero impegnati a vicenda. La contessa aveva respinto per molto tempo le richieste del cognato fino a che, si dice, Cavour stesso aveva accettato di rinunciare a lei perché convinto che la sua famiglia non gliel’avrebbe mai concessa senza prima distruggere la sua felicità. Tra i due era rimasta una stretta amicizia fino alla prematura morte di lui, per fortuna non avvelenata dal minimo sentore di scandali»
Un mese dopo, a un ballo dei D’Adda, Caroline incontra Giuseppina:
«25 febbraio 1862(…) Abbiamo anche fatto la conoscenza della contessa Alfieri, nipote di Cavour (nome che qui è tuttora fatto seguire da un sospiro) e l’ho trovata molto simile alle descrizioni che mi avevano fatto di lei: bruttina e sgraziata, ma non del tutto ripugnante. I suoi diamanti, però, abbagliavano. La contessa di San Germano era splendida come al solito».(da una mia lettera a Rosanna Roccia)