la Repubblica, 24 dicembre 2024
Un attacco ucraino condotto da soli robot
All’inizio doveva rimanere tutto segreto, in modo da impedire ai russi di elaborare contromisure per il futuro. Poi le notizie hanno cominciato a circolare, seppure in maniera frammentaria, e solo ora c’è la convinzione che nei dintorni di Lyptsi, nella regione di Kharkiv, sia accaduto qualcosa che non ha precedenti nella storia: un attacco condotto esclusivamente da robot. Gli ucraini sarebbero infatti riusciti ad espugnare una serie di postazioni lungo una fila di colline grazie a un’operazione sincronizzata che ha impegnato «un grande numero» di droni terrestri e volanti, che si sono scambiati tra loro informazioni sulle mosse del nemico e si sono coordinati fino alla vittoria.I mezzi cingolati e ruotati – in sigla Ugv ossia unmanned ground vehicle – hanno aperto un varco nei campi minati, creando un percorso “bonificato” su cui poi sono avanzati una dozzina di automi armati di mitragliatrici e lanciagranate che hanno aperto il fuoco. Ci sono filmati che li mostrano mentre procedono in ordine sparso tra i crateri dell’artiglieria e sparano raffiche di traccianti. Durante il combattimento, altri “veicoli senza equipaggio” hanno seminato mine alle spalle delle trincee, in modo di impedire l’afflusso di rinforzi e la fuga dei difensori. Tutto sotto la copertura di sciami di quadricotteri e di aerei telecomandati che hanno sorvegliato le mosse dei russi, bombardando chi cercava di fermare la marcia degli incursori terrestri.Alcune delle macchine disponevano dell’intelligenza artificiale per realizzare parte delle funzioni in maniera automatica – ad esempio evitare gli ostacoli sul terreno innevato – mentre non è stato chiarito se a ordinare di sparare siano stati esseri umani da remoto o direttamente il cervello elettronico dei robot guerrieri. Da tempo le aziende ucraine hanno sviluppato sistemi bellici in grado di completare da soli la missione: una scelta nata dalla difficoltà di gestire la guida in presenza distrumenti che disturbano le frequenze radio e cancellano le coordinate satellitari gps.Tutti gli Stati maggiori occidentali avevano previsto che si sarebbe arrivati a disporre di eserciti con una quantità rilevante di macchine guerriere comandate dall’intelligenza artificiale. Nessuno però immaginava che sarebbe avvenuto così in fretta e che in meno di tre anni le battaglie in Ucraina avrebbero impresso un’evoluzione tanto drammatica alle tecnologie belliche, riempiendo il fronte di automi killer. Siamo entrati nell’era delle macchine guerriere unmanned, che molti reputano vada tradotto con il termine “disumane”.Anche gli apparati progettati dalCremlino possono contare su strumentazioni altrettanto evolute. Ma gli ucraini hanno un’esigenza prioritaria. Protagonista del combattimento di Lyptsi è stata infatti la Tredicesima brigata Khartia, un’unità della Guardia Nazionale scelta come laboratorio delle nuove tecnologie. Si tratta dei reparti che hanno il controllo delle frontiere e che sono destinati a ricevere quantità massicce di droni terrestri: nel 2025 l’Ucraina conta di produrne 25 mila, che dovrebbero permettere di trasferire altrettanti soldati sui fronti più caldi per risolvere la paurosa scarsità di fanti dell’esercito di Kiev.Il problema di fondo era però comprendere se questi squadroni di automi sarebbero stati in grado di fronteggiare le truppe di Mosca. Ed ecco che nella prima settimana di dicembre è partita in gran segreto “l’operazione droidi”. «Il nostro obiettivo era salvare le vite degli uomini sostituendoli in battaglia con robot ogni qualvolta fosse possibile – ha spiegato il colonnello Maksym Holubok, capo di stato maggiore della Khartia –. Ciò ha richiesto una pianificazione minuziosa, la ricerca costante di nuove soluzioni ingegneristiche e la diffusione di una cultura dell’innovazione nella nostra unità».Gli ucraini reputano che l’operazione sia stata un successo: ha permesso di misurare le reazioni russe e aggiornare le tattiche. Durante l’avanzata dei droni e nel successivo intervento della fanteria per occupare le trincee, le truppe di Mosca avrebbero avuto almeno 140 morti. Oggi alcuni dei propagandisti del Cremlino – come il canale Telegram “Due Maggiori” – negano che ci sia mai stato un assalto del genere, ma in realtà sembra che i russi non abbiano neppure tentato di soccorrere i feriti nel timore di finire sotto il tiro dei quadricotteri killer o di incappare nei campi minati creati dai robot.