Corriere della Sera, 24 dicembre 2024
I 190 mila alberi a rischio di Roma
Ci sono circa 190 mila alberi a rischio che devono essere controllati nella Capitale. E molti ad alto fusto soffrono di mancanza di cure e di potature da più di 10 anni, cioè da quando la città è rimasta travolta dalla corruzione e dal blocco degli appalti sul verde dovuti alle inchieste di «Mafia Capitale». Sono così molte, tra maltempo, manutenzione carente e piante malate o arrivate «a fine vita» dopo anche 80-90 anni, le cause dei frequenti crolli di alberi in città. Se poi a questo quadro ci si somma la scarsa attenzione al verde da parte delle giunte comunali negli ultimi 15 anni circa, il disastro è servito.
Ma qualcosa sta cambiando nella città più verde d’Europa: la cura del verde, tra potature e abbattimenti, manutenzione di giardini e arbusti, ville storiche e pinete, non ha mai avuto così tante risorse da spendere a Roma come negli ultimi tre anni. Lo scorso ottobre è infatti partito l’accordo quadro da 100 milioni fino al 2027, che si sommano ai 5 milioni stanziati per il Giubileo nel 2025. Nel 2020 i fondi impiegati sul verde sono stati 6,7 milioni, nel 2021 hanno raggiunto quota 18 e nel 2023 siamo arrivati a 34 milioni.
Non va dimenticato però che i pini alti più di venti metri che svettano sulle Terme di Caracalla e sul Colosseo, circondano viale Aventino e il Circo Massimo, icone identitarie di Roma dal centro storico ai grandi viali che portano al mare come via Cristoforo Colombo, sono per la maggior parte alberi anziani: hanno più di 80 anni e necessitano di cure e sempre più rappresentano una minaccia per la sicurezza delle persone. Non sono più giovani neanche i platani dalle grandi foglie ai lati dei lungotevere e nelle ville storiche, i lecci, gli olmi e le altre decine di specie arboree sui marciapiedi e lungo tante strade, spesso soffocati dallo smog e dal cemento, torturati dai lavori di manutenzione dei sotto servizi.
Su 340 mila alberature in aree pubbliche della Capitale, l’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Gualtieri dall’insediamento a ottobre 2021 fino allo stesso mese del 2024, «ha effettuato controlli su 150 mila esemplari» precisano dal Campidoglio. E anche se lo sforzo si è concentrato nelle aree maggiormente frequentate da cittadini, lavoratori e turisti, la sfida più importante ha riguardato i grandi parchi come villa Borghese dove sono stati abbattuti più di un centinaio di pini e arbusti d’alto fusto nell’area della Casa del Cinema, di parco dei Daini e del Galoppatoio. E di villa Pamphilij, dove per il taglio di interi filari pericolanti sono scesi a protestare ambientalisti e residenti in zona. A indebolire gli alberi, inoltre, contribuisce il parassita della cocciniglia (la toumeyella parvicornis), che dal 2018 ha aggredito quasi la totalità dei pini romani causando la morte del 20% delle piante. Gli alberi a rischio abbattuti dopo i controlli effettuati – 18 mila negli ultimi 2 anni e mezzo, «il 10% del previsto» – sono stati spesso oggetto di critiche e attacchi di associazioni come Italia Nostra. «Abbiamo piantato 19.600 alberi finora e la previsione è di arrivare a 25.400 a fine gennaio 2025», replicano dal Comune.