Corriere della Sera, 23 dicembre 2024
Consigli sui film da guardare a Natale di Mereghetti
L’anno cinematografico si sta chiudendo in maniera meno rosea del previsto: i livelli pre-pandemia sono ancora lontani ma perfino i risultati dell’anno scorso (che aveva potuto contare su tre exploit: Barbie, Oppenheimer e C’è ancora domani) sembrano irraggiungibili dal botteghino 2024. Che il campione nazionale d’incassi sia Il ragazzo dai pantaloni rosa (grazie a una massiccia presenza di scolaresche. E non saremo certo noi a lamentarcene) e che le commedie made in Italy siano quasi del tutto sparite dalle scelte del pubblico ci dice che è in atto una mutazione di cui dovremo presto valutare la portata.
Questo Natale si porta con sé due «valori sicuri», di quelli che si possono raccomandare a occhi chiusi. Al primo posto metto La stanza accanto di Pedro Almodóvar: la storia non è certo allegra, una inviata di guerra con il volto di Tilda Swinton vuole mettere fine volontariamente alle sofferenze che le procura un tumore e chiede all’amica scrittrice, cioè a Julianne Moore, di tenerle compagnia nella casa di campagna dove un giorno troverà chiusa la porta della stanza accanto alla sua e capirà cos’è successo. Ma la misura, la grazia e persino l’eleganza con cui il regista spagnolo affronta un tema così spinoso ne fanno un capolavoro assoluto. Appena dietro, ecco Giurato numero 2, l’ultimo regalo del 94enne Clint Eastwood che dirige con la sua imperturbabile maestria un sorprendente film processuale: cosa succede quando un giovane, estratto a sorte per fare il giurato per un femminicidio, scopre di essere a conoscenza di un fatto che potrebbe influire sull’andamento del processo? Eastwood accompagna lo spettatore dentro una storia che non risparmia i colpi di scena e che alla fine ci regala una inaspettata riflessione sulla differenza che esiste tra Verità e Giustizia.
Un taxi che si trasforma nel lettino dell’analista (ma con qualche impennata non proprio ortodossa) è quello che guida Sean Penn in Una notte a New York e su cui sale Dakota Johnson: lei vuole solo farsi accompagnare a casa dall’aeroporto ma alla fine del viaggio avrà scoperto su se stessa più di quanto immaginava. E noi con lei. Succede qualcosa di simile anche con Le occasioni dell’amore di Stéphane Brizé dove Guillaume Canet cerca un po’ di tranquillità e di solitudine invernale in un centro di talassoterapia e trova inaspettatamente Alba Rohrwacher, la donna che aveva piantato (malamente) quindici anni prima: sapranno finalmente chiarirsi? Chi non ha bisogno di chiarimenti è l’ammirazione che Ferzan Özpetek ha per le donne e la loro sorellanza: per Diamanti ne ha riunite 18, tutte intorno a una sartoria di costumi teatrali, tutte pronte a darsi una mano per aiutare chi tra di loro sta attraversando un momento critico, tutte pronte a divertirsi e a prendersi in giro.
In questo Natale non c’è solo l’egemonia della Disney che dopo aver fatto uscire Oceania 2 propone adesso Mufasa – Il re leone di Barry Jenkins, prequel totalmente digitale del celeberrimo Re Leone dove seguiamo le disavventure del piccolo cucciolo Mufasa, trasportato da un’alluvione lontano dai genitori. A contendere il campo delle belle favole per tutta la famiglia è arrivato Napoli-New York dove Gabriele Salvatores ha recuperato un soggetto mai girato di Fellini e Pinelli, storia di due scugnizzi napoletani – un lui e una lei – che nel 1949 si imbarcano come clandestini su un piroscafo che li porterà in America.
Forse siamo abituati a considerare il tofu un formaggio poco saporito ma evidentemente non conosciamo quello che fa l’anziano Tatsuo nella sua bottega artigianale dove non vuole svelare il suo segreto nemmeno alla figlia Haru: lo scopriamo in Tofu in Japan, sorprendente commedia culinar-sentimentale dove le ricette si mescolano ai palpiti del cuore. Decisamente più cupo Piccole cose come queste con il premio Oscar Cillian Murphy, costretto ad aprire gli occhi su come le «case Maddalena» trattano le ragazze madri che vi sono ospitate, o meglio: imprigionate. Sempre in ambito ecclesiale ma di ben altro tono è Conclave che il regista Edward Berger ha tratto dall’omonimo romanzo di Richard Harris e che racconta le lotte che si scatenano per l’elezione di un nuovo papa: nel cast, Ralph Fiennes, Sergio Castellitto, Stanley Tucci tra gli altri. E a chi fosse sfuggito, ricordo che si può ancora recuperare Freud – L’ultima analisi con Anthony Hopkins nei panni del grande psicoanalista alle prese con chi vuole mettere in discussione il suo ateismo.
Per l’inizio dell’anno sono annunciati molti nuovi titoli: mi sento di consigliare Maria di Pablo Larraín dove Angelina Jolie impersona (bene: permettetemi la notazione) il soprano Maria Callas. E poi Better Man, biografia anticonformista di Robbie Williams dei Take That.