Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  dicembre 21 Sabato calendario

Un Natale artificiale con la letterina da A.I.

Il segreto è avere l’idea giusta al momento giusto. Eman Rus grafico e content creator si è inventato la versione A.I. della letterina di Natale e sta furoreggiando. “A Natale si può” è il video pubblicato su Instagram, che in un giorno hanno già visto 120.000 persone. Sono raffigurate in sequenza coppie di personaggi celebri che nella realtà si detestano, grazie all’intelligenza artificiale invece si abbracciano affettuosamente accanto all’alberello con colonna sonora natalizia e vestiti con i classici maglioncini orripilanti rossi e verdi, con agrifogli, renne e pupazzi di neve. Quelli che di solito indossano solo i protagonisti dei film americani del genere più zuccheroso, quelli con Babbo Natale, gli elfi, le renne e la slitta, i bambini tristi perché trascurati, o abbandonati soli in casa, dai genitori troppo indaffarati.Qualcuno lo ha definito un “messaggio di pace”, in effetti sembra proprio l’evoluzione dei famigerati lavoretti che, da generazioni, sono costretti a realizzare i piccoli scolari in questo periodo. Proprio come i girotondi ritagliati nel cartoncino, dove il bambino asiatico tiene per la mano quello africano, l’europeo, l’eschimese, il pellerossa con le penne e quanto altro possa scaturire dalla creatività distopica di zelanti insegnanti, solo per vanagloria e, in subordine, per sancire il principio che sotto Natale siamo tutti fratelli e tutti ci vogliamo bene.Entusiasmo socialÈ evidente che l’imprinting di questa ordalia per cui siamo tutti passati abbia lasciato tracce indelebili in tutti noi, ecco perché è esploso l’entusiasmo collettivo nel vedere Giorgia Meloni che si abbraccia con Elly Schlein, Teo Mammucari che si riappacifica con Francesca Fagnani dopo lo scazzo epico a “Belve”, Selvaggia Lucarelli in tenero idillio con Fedez. Anche però Salvini e Ghali che spomiciacchiano felici, quasi fossero in procinto di dividersi il cappone farcito da buoni amici. Bugo e Morgan che sembrano aver dimenticato gli antichi dissapori. Nella galleria dei riconciliati c’è pure Marco Materazzi che, mentre lo stringe a sé, sembra aver dimenticato la testata che gli aveva mollato Zinédine Zidane nei Mondiali del 2006. Non manca un’accoppiata doppiamente impossibile, anche solo perché uno dei due è morto, come quella che vede Marco Travaglio sorridere avvinghiato a Silvio Berlusconi.Insomma una bella favola di Natale che ha messo tutti di buon umore; «Alla base di tutto non c’è l’intelligenza artificiale, ci sono le idee». Lo scrive Eman Rus in una delle sue stories più recenti, e ha ragione. In questo caso non ha scomodato alcuna tecnologia segreta, ha usato con notevole perizia uno dei tanti prodotti che, on line e anche gratuitamente, mettono a disposizione l’intelligenza artificiale generativa per far abbracciare tra di loro persone. Con un paio di clic e caricando due foto chiunque può creare l’abbraccio che mai ci fu, che forse mai ci sarà. Per chi volesse andare oltre c’è anche la possibilità di generare video in cui decidiamo di abbracciare noi stessi con “Luma Ai”, in questo caso basta caricare due nostre immagini di epoche distanti tra loro e il risultato sarà un adulto, o un vecchio, che abbraccia lui stesso da bambino.Questo ragazzo di Olbia, che da qualche anno si muove efficacemente in rete mascherato e sotto lo pseudonimo di Eman Rus, ha sicuramente capito come agganciare le zone molli della nostra emotività, giocando sulla contraffazione del reale. Ha iniziano giocando sul fotomontaggio sei, sette anni fa, manipolando con Photoshop il contesto di personaggi famosi, facendo già al tempo compiere loro azioni improbabili. Nel il suo profilo Instagram salta all’occhio un epico Mario Draghi destituito, che guarda oltre la recinzione di un cantiere con le mani dietro alla schiena nella tipica postura dell’ Umarell. Varie collocazioni di Papa Francesco nell’irriverenza più totale, ancora la testa di Giorgia Meloni montata sul busto procace, nudo e appena velato preso da una prosperosa pinup. Tutte alterazioni del reale che avrebbero meritato esecrazioni e polemiche, che però non hanno smosso nessuno dei protagonisti implicati, che sono molti e noti oltre quelli citati, persone che per molto meno avrebbero sollevato battaglie indicibili tra opposti supporter.Come ci si spiega quindi che la celebrità che attribuisce l’anatema non ha finora lambito questo illusionista digitale? Quando invece il suo video ultrabuonista è entrato nella galleria dei transeunti social memorabilia, quelli che ogni tanto tracimano gloriosamente anche nei media mainstream?Innanzi tutto questa clip ci illude che ogni dissidio possa comporsi amorevolmente nella magia del Natale, è lo spirito profondo della festività che difficilmente qualcuno riesce ancora a far emergere attraverso le espressioni classiche che l’abuso ha logorato, come prediche, sermoni, buoni propositi e auguri di maniera.Mostrare l’impossibileEman Rus adulterando il reale resuscita invece tutti gli angioletti delle poesie recitate davanti al presepe quando eravamo piccoli. Dichiaratamente ci mostra qualcosa di impossibile, incredibile, che mai potrà accadere, proprio perché siamo certi che quelle persone che vediamo abbracciarsi si detestino profondamente e radicalmente.Noi però abbiamo una modalità selettiva di attribuzione della verità, rispetto un fenomeno che osserviamo; così scopriamo grazie alla perfida A.I. che a noi piacerebbe vedere a Natale persone nemiche ammansite e concilianti. Ci toglierebbe angoscia, pensieri, veleno che inutilmente ingurgitiamo rispetto a questioni anche distanti da noi. Crediamo quindi a quello che vediamo, anche se sappiamo essere menzognero. Illuderci ci fa star bene, così evitiamo alla nostra parte razionale di smascherare l’inganno, almeno quando essere ingannati ci provoca serenità e ci evita di pensare.