la Repubblica, 18 dicembre 2024
I Siria le donne «avranno funzioni in armonia con la loro natura». Polemiche
DAMASCO – Sono le due facce del “governo della Salvezza”. Mentre il leader della nuova Siria Ahmed Sharaa, l’ex qaedista più conosciuto col nome di battaglia al Jolani, manda messaggi rassicuranti alla comunità internazionale e anche a Israele, nonostante l’Idf bombardi ogni giorno quel che resta dell’arsenale di Assad, il portavoce di Hayat Tahrir al Sham (il gruppo islamista di Jolani) rilascia a una tv libanese un’intervista sul ruolo delle donne nel governo, nelle istituzioni e nelle università, che farà discutere.
Partiamo dal capo, al Jolani, difatto l’uomo che tutto decide nella Siria post-regime e con cui le diplomazie europee, una dopo l’altra, stanno stringendo rapporti. Parlando con gli emissari di Londra, Parigi e Berlino nel palazzo presidenziale di Damasco che fino a dieci giorni fa era di Bashar al Assad, Jolani ha detto che la Siria «non vuole alcun conflitto con Israele, né diventerà la piattaforma per attacchi contro lo Stato ebraico o altri stati vicini». Vuole però che i raid aerei si fermino e che le truppe Idf si ritirino dal Golan. Netanyahu ieri è andato sul versante siriano del monte Hermon preso dopo l’8 dicembre: «Ci rimarremo finché non si troverà un altro accordo che garantisca la nostra sicurezza», ha ribadito il premier israeliano, cui però il leader dell’Hts ha ricordato che «la giustificazione dei bombardamenti per la presenza di Hezbollah e delle milizie iraniane è venuta meno».
Jolani ha fatto sapere inoltre che tutti i gruppi armati siriani saranno sciolti, compreso l’Hts, per confluire in un futuro esercito regolare. E tuttavia, tanti messaggi distensivi e improntati alla promessa di uguali diritti per tutti cozzano con quanto dichiarato dal portavoce ufficiale di Hts, Obeida Arnaut, a una giornalista della tv libanese al-Jadeed.
La prima domanda era sulla presenza delle donne nel governo e nel parlamento. «È prematuro parlarne, lasceremo questa decisione ai costituzionalisti che studieranno la nuova forma dello Stato perché le donne sono importanti e rispettate, quindi è necessario dare alle donne ruoli che possano esercitare in armonia con la propria natura. Per esempio, se affidiamo a una donna il ministero della Difesa questo si allinea con la sua natura biologica e spirituale? Indubbiamente no. Può una donna esercitare questo ruolo e prendersi queste responsabilità come un uomo? Secondo me no».
Per lo stesso motivo, a suo parere, non è giusto chiedere alle donne di usare le armi. Sulla presenza femminile nelle corti di tribunale, Obeida Arnaut sostiene che «certamente le donne hanno il diritto di istruirsi in ogni campo, ma affidare alle donne un posto da giudice sarà studiato dagli esperti». La giornalista gli chiede se ci saranno classi separate tra uomini e donne negli atenei. «L’università siriana è buona ma ha bisogno di rafforzare alcunicomportamenti. Non ci sarà da temere per la donna, non sarà obbligatorio portare il velo per le donne cristiane o di altre religioni».
Jolani non vuole alimentare attriti o generare polemiche, consapevole della fase di debolezza in cui si trova la Siria. Ma lontano dalla capitale la situazione è tutt’altro che pacificata. A nord-est la situazione tra forze filo turche e i curdi sta precipitando, nonostante gli Stati Uniti stiano provando a negoziare con Ankara una tregua che eviti l’assalto a Kobane. Il capo delle Syrian democratic forces ha proposto di rendere zona demilitarizzata la città simbolo della resistenza curda contro l’Isis, ma a sera arrivano notizie di attacchi con artiglieria da parte dei militari turchi.