la Repubblica, 17 dicembre 2024
“Ultimo tango” senza pace proteste femministe a Parigi annullata la proiezione del film
PARIGI – Non è più tempo diUltimo tango a Parigi.O almeno non alla Cinémathèque, uno dei templi della settima arte in Francia, dov’è stata annullata la proiezione del film di Bernardo Bertolucci nell’ambito della retrospettiva dedicata a Marlon Brando. Da quando il film, che già nel 1972 provocò uno scandalo immenso, è stato inserito nel programma ufficiale della Cinémathèque – con una breve nota che citava “l’odore di zolfo” che ancora oggi emana dalla pellicola – è esplosa la protesta di associazioni femministe e personalità del mondo del cinema e della politica. “È una scelta delirante” ha commentato Sandrine Rousseau, deputata dei Verdi e presidente della commissione d’inchiesta sulle violenze sessuali e sessiste nel cinema.
Sotto accusa, ancora una volta, la famosa scena di sodomia (simulata) tra Brando e Maria Schneider, vissuta dall’attrice come una violenza sessuale anche perché non era prevista nel copione. “Non volevo che Maria recitasse la sua umiliazione e la sua rabbia, volevo che la sentisse” aveva spiegato Bertolucci proprio durante una masterclass alla Cinémathèque nel 2013, cercando poi di scusarsi con l’attrice, morta nel 2011 dopo essere finita in un tunnel di droghe e depressione. Davanti alle critiche, e prima di decidere di cancellare la proiezione, la direzione della Cinémathèque ha proposto di accompagnare la visione con “un dibattito con il pubblico sulle questioni sollevate dal film”.
Il critico cinematografico e direttore della programmazione, Jean-François Rauger, aveva spiegato – rispondendo agli attacchi – che la missione della Cinémathèque era “proiettare opere che alcune persone possono considerare problematiche per ragioni morali, o che altre non vorrebbero vedere nella programmazione”. Sui social è insorta l’attrice Judith Godrèche, nuova icona nella lotta contro il sessismo e la violenza sessuale nell’industria cinematografica, definendo il film una “violenza sessuale filmata” su un’attrice all’epoca minorenne: Schneider aveva 19 anni, ma la maggiore età era ancora fissata a 21. “Se c’è uno scandalo, è che gli stupri vengano spacciati per arte e spettacolo” ha aggiunto Anne-Cécile Mailfert, presidente della Fondation des femmes.
Una delle ipotesi per mantenere la proiezione del film era proporre una contro-programmazione che includesseMaria,il biopic dedicato aSchneider realizzato da Jessica Pallud e presentato a Cannes ma che non ha trovato distributore in Italia. Un’altra idea era mostrare la testimonianza dell’attrice attraverso un’intervista del 1983 nella quale già confidava di essere stata devastata sul set diUltimo tango. Alla fine invece la direzione della Cinémathèque ha preferito cancellare deltutto l’appuntamento previsto domenica sera, nel tentativo di “calmare la situazione” e per timori di proteste violente. “La sicurezza del nostro pubblico e del nostro personale viene prima di ogni altra considerazione” aggiunge il comunicato. Una spiegazione che non convince chi invece chiedeva solo di organizzare un dibattito intorno al film e“contestualizzare” un’opera che, nonostante le polemiche, resta un capolavoro. “Siamo in una situazione assurda: dovrebbe essere normale parlare delle opere e discuterne” aggiunge Agnès Tricoire, presidente dell’Osservatorio per la libertà di creazione, ribadendo di essere contraria a “qualsiasi censura”.