Corriere della Sera, 15 dicembre 2024
Napoli e la Spagna
Caro Aldo,
la visita di re FELIPE a Napoli mi ha ricordato i legami che corrono fra la Spagna e questa città.
Matteo Pisa
Che bello vedere al San Carlo di Napoli uno dei discendenti di Carlo di Borbone, colui che volle fortemente il teatro.
Fabio EspositoCari lettori,
la visita del re FELIPE VI in Italia è stata un successo. Il re è biondo, bello e di gentile aspetto. Ben consigliato dall’ambasciatore spagnolo in Italia Miguel Fernández-Palacios (che conosce profondamente il nostro Paese e la nostra lingua, avendo sposato, lui canario, una bergamasca), dopo Roma – dove un po’ tutti passano inosservati – il re è andato a Napoli, dov’è stato accolto dal tripudio popolare.
Napoli ha un nome greco, è stata una grande città dell’impero romano; ma è anche la città più spagnola d’Italia. Gli spagnoli vi sono entrati con Alfonso d’Aragona nel 1443, e tranne qualche periodo non l’hanno mai mollata, reprimendo nel sangue le rivolte popolari. Se la visita del re Borbone ha avuto un senso, è proprio mostrare che i Borbone sono una dinastia straniera. Napoli toccò al ramo spagnolo di una famiglia francese. Quando il re di Napoli faceva carriera, diventava re di Spagna. I Quartieri Spagnoli si chiamano così perché ospitavano i soldati spagnoli, che erano lì per prevenire e stroncare sollevazioni. I cannoni erano rivolti non verso il mare, ma verso la città. Al tempo del declino della Spagna, il Regno delle Due Sicilie era garantito dalle armi imperiali: l’Austria-Ungheria controllava la penisola o occupandola direttamente, o attraverso rami cadetti, o grazie a dinastie amiche. Sconfitti gli austriaci a Solferino dai francesi e a San Martino dall’eroico esercito piemontese, rafforzato da volontari di ogni parte d’Italia – Giuseppe Garibaldi fece la seconda guerra d’indipendenza in uniforme da generale sabaudo —, il Regno delle Due Sicilie cadde come un castello di carta, sotto l’impulso di un pugno di uomini. I neoborbonici possono moltiplicare per cento, per mille, per diecimila il numero degli scheletri trovati a Fenestrelle, ma non potranno cancellare un dato di fatto: i Borbone erano una dinastia straniera; e i Savoia a Napoli stravinsero il referendum del 1946.