Avvenire, 14 dicembre 2024
Il decalogo del giocatore di padel
«Il padel è come un veleno, entra nel tuo corpo e sei infetto per sempre». L’aforisma di uno dei più forti giocatori del circuito, Paquito Navarro, spiega il clamoroso successo di uno sport contagioso che in questi anni è diventato anche un fenomeno sociale. Ex campioni o sportivi della domenica, atleti o pigri rassegnati al divano, uomini e donne di qualsiasi età: tanti di quelli che hanno voluto provare poi son finiti letteralmente in “gabbia”, il classico campo delimitato da vetri e griglie.
I numeri del resto parlano chiaro: a padel giocano ormai 30 milioni di persone in tutto il mondo (600 mila delle quali sono tesserati). Dall’ultimo rapporto della Federazione internazionale (Fip) l’Italia è diventata la seconda nazione al mondo, dopo la Spagna, per numero di strutture, giocatori e fan. Nel nostro Paese viaggiamo verso i 10 mila campi con oltre un milione e mezzo di praticanti tra agonisti e amatori. Prima che esplodesse la Sinner-mania ha contribuito alla rinascita della racchetta: dal 1° gennaio 2023 il tennis italiano l’ha inserito nella propria federazione (oggi Fitp). Tante le affinità ma anche le sostanziali differenze, a cominciare dal campo ridotto e chiuso da pareti, per non parlare della tecnica e dello stile di gioco. Uno sport nato quasi per caso negli anni ’70 quando in Messico un noto benestante, Enrique Corcuera, per la mancanza di spazio nella sua residenza decise di costruire un campo da tennis più piccolo con pareti in cemento e rete metallica per evitare che la palla uscisse fuori. Ne è scaturita così una disciplina divertente e spettacolare che ha conquistato subito tutti i paesi ispanici, soprattutto l’Argentina.
Da qui viene anche Gustavo Spector, giocatore e poi istruttore tra i più noti oggi in Italia, essendo stato anche ct della Nazionale dal 2014 al 2022. Porta la sua firma il volume Alla scoperta del padel (Rizzoli, pagine 288, euro 18,00). È un vademecum pensato per tutti, dal principiante al professionista. Per coloro che vogliono solo divertirsi e imparare ma anche per gli “ossessionati” dalla valutazione di “Playtomic” (la comunità di riferimento). C’è dentro il glossario (anche illustrato) dei colpi più iconici: dalla bandeja (in italiano vassoio, proprio per la posizione che assume la racchetta) alla chiquita, dalla vibora (lo smash velenoso come la vipera) al lob (o pallonetto). Anche se a differenza del tennis in questo gioco più che la tecnica è decisiva la tattica. E quindi lo studio delle posizioni o la conquista della rete. I giocatori più forti sono quelli che si trovano sempre nella posizione corretta. Tutti da leggere i suoi “dieci comandamenti” ma val la pena svelarne uno: «Non si vince mai da soli». Tanto più se si tratta appunto di un gioco di coppia. A pensarci bene però è una norma che nel nome del padel è valida anche nella vita di tutti i giorni.