Il Messaggero, 14 dicembre 2024
I treni ritardano anche per chi scende a fumare
Treni dell’alta velocità: prima o poi il problema andrà affrontato. E no, non sono i trolley e i valigioni, spesso in eccesso, che a volte prendono vita, scorrazzano nei vagoni. C’è un meccanismo perverso che si mette in moto ogni qual volta i treni si fermano, che sia a Roma Termini o a Firenze Santa Maria Novella o a Milano Centrale. Non a Bologna, e vedremo il perché. L’operazione di discesa dei passeggeri è fisiologicamente macchinosa e non breve. Siccome chi sale deve aspettare che si esaurisca il deflusso, i tempi si allungano, anche perché successivamente c’è la lenta processione per trovare il proprio posto e riporre il bagaglio da qualche parte, mentre chi è in fila aspetta di passare. Tutto normale. Solo che a ingrossare le fila di chi deve scendere, c’è sempre una quota, non secondaria, di chi in realtà non si ferma in quella stazione, ma vuole approfittare della sosta per una sigaretta. Così per ogni tre passeggeri che scendono perché sono realmente arrivati a destinazione, ce n’è almeno uno che intralcia le operazioni perché deve correre a fumare. Ha senso? Non molto. Ecco, perché si salva Bologna? Lì la stazione dell’alta velocità è sotterranea e non all’aperto. E dunque è vietato fumare. Sarà un caso, le procedure di discesa e salita sono molto più rapide.