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 2024  dicembre 14 Sabato calendario

Elton John da bambino parlava con i vestiti

Il tour d’addio di Elton John, Farewell Yellow Brick Road, è stato magico: durato dal 2018 al 2023, ha toccato l’Italia tre volte. Un grande spettacolo: pieno di gioia, colori e occhiali da sole scintillanti, con cui l’artista ha celebrato i 55 anni di carriera. Parallelamente ai concerti, Sir Elton ha registrato diverse interviste, selezionate, alternandole a immagini di archivio, in un documentario, Elton John: Never Too Late ( su Disney+ da ieri ) diretto da R.J. Cutler e David Furnish, marito della star.Si parte dagli inizi, quando Elton ha imparato a suonare il pianoforte. Proprio negli studi classici Furnish individua il motivo dell’unicità della sua musica: «Le canzoni di Elton sono diverse perché le sue basi sono nella musica classica. Ha una conoscenza accademica. La maggior parte delle canzoni combinano sempre gli stessi quattro accordi. Lui ne usa molti di più! Quindi dà ai brani un respiro più ampio: combina il rock’n’roll con la classica in modo interessante. La sua musica è più complessa, ma ha una struttura melodica gioiosa».Uno dei tanti doni di Sir Elton John è quello di non avere paura di essere se stesso. Non l’ha mai fatto, anche in un periodo storico in cui l’omosessualità era ancora un tabù. Furnish lo ammira per questo: «Tenere dei segreti e non essere se stessi distrugge la tua anima, ti fa ammalare. La vergogna è un sentimento terribile: sentire di non poter essere chi sei è atroce. Quando sei una figura pubblica di enorme successo e sei sul palco ogni sera, cantando di amore e felicità, ma ti trascini questo bagaglio fatto di segreti e vergogna, è davvero difficile. Perché mette in conflitto la tua anima». Nel ’76 John si è seduto con Rolling Stone e ha detto al mondo chi è veramente. Una cosa folle? «Ha fatto qualcosa che nessuno avrebbe osato. L’industria gli ha detto che questo avrebbe troncato la sua carriera. Con un giornale come Rolling Stone poi, il baluardo degli eterosessuali amanti del rock! Per lui è stato infinitamente liberatorio: è da lì che ha cominciato a trovare davvero la felicità. Se non riesci ad amare te stesso, non riuscirai mai ad amare qualcuno. E se non sei onesto con te stesso non puoi amarti».Nel film ci sono anche diversi giovani artisti, a cui il cantautore fa da mentore. In un mondo in cui tutti sono attaccati alla poltrona e non lasciano spazio alle nuove generazioni, questo suo lato è davvero commovente. Lo conferma anche il co-regista R.J. Cutler: «Per me racchiude l’essenza di chi è veramente: Billie Eilish ha fatto il Rocket Hour – Radio Show a 17 anni. Essere considerata da Elton una pari le ha cambiato la vita. Lui è così. Gli piace dare una mano agli altri, perché sa cosa significa avere 17 anni e voler far conoscere il proprio dono musicale. Ha grande rispetto per chi l’ha aiutato e quindi vuole fare lo stesso».Non solo icona della musica, ma anche della moda: gli abiti di Elton John sono leggendari. Com’è il suo guardaroba? Furnish: «Le cose nel suo armadio non sono appese: sono esposte! Sono sistemate in modo che non sembri un guardaroba, ma una mostra d’arte. È una celebrazione della vita, dell’esprimere se stessi. È tutto ordinato secondo un ordine cromatico che esprime gioia. Per quanto riguarda gli occhiali da sole è uno dei più grandi collezionisti al mondo. Abbiamo un archivio di oltre 10 mila paia! Sono fotografati e catalogati. Tutto è conservato con amore. Elton è figlio unico, si chiudeva in camera. I giocattoli, i libri e i dischi erano i suoi amici. Ci parlava. Infatti crede quasi che gli oggetti provino dei sentimenti. E lo stesso vale per occhiali e vestiti. Quindi vuole che siano trattati con la massima cura e rispetto».C’è anche un accenno al padre, che odiava il rock’n’roll. E non amava molto lui. E allora il musicista ha trasformato questo odio in amore. «L’odio spesso ha le sue radici nella paura – conclude Furnish -: quando non si capisce una cosa la si respinge. Per questo è così importante essere onesti e aperti. Più si comprendono le proprie paure, più si può accogliere ciò che è diverso»