la Repubblica, 14 dicembre 2024
La vittoria dei vinti a Waterloo
Caro Merlo, più degli scenari, delle alleanze, dei nomi di battaglia e di quelli veri, di terroristi che diventano statisti in un giorno e viceversa, mi colpiscono le vendette (non giustificabili, ma comprensibili) che ne fanno contorno. In ogni regime che crolla “il sangue dei vinti” scorre a fiumi. Tutto sta a saperlo raccontare.Luca Cardinalini – Marsciano (Perugia)E invece Assad era “il ratto di Damasco” anche quando vinceva. È sempre vero, infatti, che il sangue dei vinti scorre a fiumi, ma non sempre la storia che si impone è quella narrata dai vincitori. Altrimenti Waterloo non sarebbe celebrata come “la più gloriosa delle disfatte”.La storia raccontata dai vinti ha stabilito che a Waterloo, che è il seguito di Trafalgar, furono certamente sconfitti l’europeismo visionario di Napoleone e la Grande Nazione francese, ma in nome della Restaurazione, delle monarchie per grazia divina, dell’Europa antimoderna del Congresso di Vienna. E si arriva così all’idea che il vero vincitore di Waterloo sia stato Cambronne che alla richiesta di arrendersi rispose “merda” e condannò i suoi uomini al massacro. E però Victor Hugo scrisse: «Dire quella parola e poi morire, cosa c’ è di più grande?». E ancora: «Chi ha vinto a Waterloo è Cambronne!».