la Repubblica, 14 dicembre 2024
Intervista ad Alex Consani, modella trans
A soli 21 anni, questa californiana altissima, bionda, sottile, dalla risata contagiosa e con la falcata migliore delle passerelle è una delle top-model più richieste e la fashion content creator più apprezzata sui social. Simbolo di inclusività, Alex è una donna transgender, la prima ad avere vinto, dieci giorni fa, il premio come Modella dell’anno ai Fashion Awards a Londra.Cosa ha pensato quando l’hanno chiamata sul palco?«Di solito a queste cerimonie ti avvisano prima se vinci, lì invece niente. Ero nervosa, ma ero circondata dalla mia famiglia e i miei amici: alla fine me la sono goduta».Nel discorso ha ringraziato le sorelle trans venute prima di lei che le hanno aperto la strada.«Sono cresciuta vedendo come venivano emarginate e ignorate, perciò il mio obiettivo era arrivare in una posizione in cui tutte loro fossero accettate e volute. Quando ho potuto riconoscere il loro valore davanti al gotha della moda, l’ho fatto».Sente una responsabilità nei confronti della comunità trans?«Quando ho iniziato a fare la modella mi sono detta: io sono prima di tutto donna, poi modella e poi trans. Ragionare per compartimenti stagni non aiuta nessuno perché, se ti isoli, il peso di chi sei diventa difficile da sopportare. Detto questo, mi viene facile parlare di certi temi perché questo è quello che sono».Alla sua vittoria, Repubblica ha dedicato un post su Instagram. Migliaia i commenti, molti positivi, altri no. Come reagisce agli attacchi?«Ho iniziato la mia transizione a otto anni, sono online da quando ne avevo 10 o 11, e sono sempre stata aperta riguardo ciò che sono. Ho imparato a distinguere cos’è importante leggere e cosa no. Certi commenti nascono dalla gelosia e dalla diffidenza dovuta all’ignoranza: meglio non calcolarli. E se insistono? Come si dice, basta che se ne parli».Com’è arrivata sin qui?«Nasco e cresco a Petaluma, una cittadina dalle parti di San Francisco, posto incantevole, ma conservatore. Ho fatto la mia transizione lì, incontrando da subito la diffidenza di cui parlavo: i genitori dei miei amichetti, per esempio, non volevano che i figli giocassero con me. Magari, pensavano che, in quanto trans, avessi secondi fini».Succedeva quando aveva dieci anni. Come lo spiega?«E che le devo dire. Ma la mia famiglia e i miei amici mi hanno sempre sostenuto. E sono contenta anche del “trauma” di chi non mi accettava: la mia volontà di non nascondere chi sono arriva da lì».La moda le piaceva già?«Tantissimo. Non avendo né i mezzi né l’accesso ai grandi brand, per me era un sogno, una forma d’arte. Me le ricordo ancora, le camminate da scuola a casa lungo la strada senza marciapiede, sognando a occhi aperti quel mondo fantastico. Mi sembra assurdo che ora io faccia proprio quello che m’immaginavo».Com’è stata scoperta?«Ho contattato un’agenzia di Los Angeles che rappresenta solo donne trans. Ho iniziato a 12 anni, e queiprimi lavori mi hanno dato struttura e disciplina. Mi sono fermata per un po’ per concentrarmi sulla scuola, e poi ho ripreso con un’altra agenzia collegata alla IMG (che ora la rappresenta, ndr). A 17 anni sono arrivata a New York».Una delle chiavi del suo successo è nei social media: i suoi video su TikTok, in cui racconta con molto humour e senza filtri la sua vita, spopolano. Strategia o puro caso?«Ho iniziato durante il Covid, era il modo più veloce per entrare in contatto con il mondo. Facevo – faccio – quello che mi sembra divertente, nulla di studiato. Non mi aspettavo che esplodesse così. All’epoca ero una sconosciuta, in agenzia mi dicevano di non parlare troppo di me perché “i brand vogliono che ci si concentri sugli abiti, non su chi li indossa”».Hanno tentato di fermarla?«Non ero ancora con i miei agenti attuali ma sì, volevano che rallentassi. Era un periodo in cui facevo 15 casting al giorno correndo su e giù per New York per 13 ore filate, solo per farmi conoscere, e non potevo rifiutarmi. Sentivo di non avere il controllo sulla mia vita, perciò almeno sui social media intendevo mantenerlo».Ha funzionato: i brand l’adorano.«La personalità è parte integrante di un marchio, perciò fa comodo a tutti che le modelle abbiano carattere. Cosa sarebbe la donna Versace senza la forza, la sicurezza e la sensualità?».E attraverso i social gestisce la sua immagine come vuole.«Non dico di non aver mai dovuto ingoiare qualche rospo, ma ho anche avuto la fortuna di iniziare in un momento in cui i “no” che ho detto sono stati sempre rispettati».Pensa mai a cosa farà dopo?«Spesso. Visto che mi piace calarmi in storie diverse, mi attira la recitazione: ho un paio di progetti in ballo, incrociamo le dita».È innamorata?«Non proprio. Ma ho 21 anni, sto ancora capendo chi sono. Però è un bel periodo, questo sì».