Il Messaggero, 13 dicembre 2024
Luis Figo fonda un marchio di abbigliamento
Luís Figo, campione del pallone, debuttante del fashion. L’ex centrocampista portoghese, Pallone d’Oro 2000, 52 anni, che ha militato fra gli altri nel Barcelona, nel Real Madrid e nell’Inter, per vent’anni ha disegnato il calcio. Ora ha deciso di mettere la fantasia al servizio della moda. E ha scelto Pitti Uomo 107 a gennaio per presentare LF, la collezione Luís Figo. Realizzata con l’imprenditore del lusso Gandolfo Albanese, tutta prodotta in Italia, LF è un elogio «all’arte del vestire bene, che gli italiani padroneggiano da sempre».
Lei ha giocato a Madrid, Barcellona e Milano: tre metropoli, tre stili diversi anche nella moda. Come la hanno ispirata?
«Mi piaceva molto Barcellona, sono stato benissimo a Milano, adoro Madrid. Cosmopolite, belle e diverse: ognuna di ha dato input importanti per arricchire il mio stile».
E il Portogallo, la sua terra, come la ha influenzata?
«Il bel vestire mi ha sempre attratto. Il Portogallo, con i suoi paesaggi straordinari e la sua autenticità, mi ha insegnato ad apprezzare i dettagli e l’artigianalità, valori che cerco di integrare nel mio brand».
Quando è nata l’idea di una griffe, sia da imprenditore, sia “mettendoci la faccia” con una linea firmata con il suo nome?
«LF nasce da un mio desiderio e da un’idea del mio caro amico Gandolfo Albanese. Lui è un imprenditore con esperienze in aziende importanti nel settore lusso. Io amo la moda e i prodotti di qualità, creare una mia linea è stato spontaneo. Volevo un marchio che parlasse di me, esclusivo, di buon gusto. È stata una sfida emozionante, che ha richiesto tanto studio e dedizione, ma è anche un progetto che sento profondamente mio».
Cos’è per lei l’italian style?
«L’italian style è un mix di tradizione sartoriale, attenzione ai dettagli e capacità di innovare rimanendo autentici. Ho voluto rendere omaggio a questi valori proponendo capi che uniscono eleganza e praticità, mantenendo una qualità altissima nei materiali e una cura meticolosa per i dettagli. La mia collezione vuole raccontare l’arte di vestire bene, un’arte che gli italiani padroneggiano da sempre».
Una linea insieme sartoriale, ma che coniuga sportivo e urban: fa un paio di esempi?
«Il mio uomo vuole esprimere la sua personalità attraverso l’abbigliamento. C’è la giacca destrutturata in tessuto tecnico da abbinare a una polo in cachemire, ideale sia il lavoro, sia per un viaggio. Oppure i pantaloni sartoriali con dettagli sportivi che si sposano con t-shirt in cotone pregiato. È una collezione per chi cerca la praticità senza rinunciare allo stile».
Qual è il capo simbolo della sua collezione?
«Senza dubbio la giacca sartoriale. Ho voluto una giacca che fosse versatile, capace di passare dal contesto formale a quello casual con disinvoltura». Mi rappresenta: un’eleganza accessibile e contemporanea, sempre attenta ai dettagli».
Sua moglie è una ex modella quindi la moda era di casa... cosa la aveva colpita di questo mondo quando non pensava di diventarne parte?
«L’attenzione ai dettagli e la capacità di comunicare la personalità attraverso i vestiti. Mia moglie, con la sua esperienza come modella, mi ha fatto capire l’importanza del connubio tra estetica e comfort. Il suo occhio critico e i suoi consigli sono stati preziosi».
Fra calciatori ed ex molti si sono cimentati nella moda. Ma (forse) lei è il primo con una sua linea. Si sente un pioniere?
«Non so se mi definirei un pioniere, sicuramente il mio approccio è diverso. Molti calciatori hanno prestato il loro volto o collaborato a progetti di moda, io ho voluto fare qualcosa di più personale: creare un brand che mi rappresentasse completamente, dalla scelta dei materiali alla filosofia dietro ogni collezione. Non è solo una questione di moda, ma di trasmettere un’idea di stile che sento mia. È un progetto ambizioso, ma credo sia proprio questa visione così personale a distinguermi».
Lei è stato un “funambolo” nel calcio, quale stilista considera a lei affine nella moda? Ha preso ispirazione da lui?
«Mi ritrovo molto affine con il gusto e l’eleganza di Brunello Cucinelli, Loro Piana, Ermenegildo Zegna e Tom Ford. Ognuno rappresenta un aspetto della moda che ammiro: la ricerca di qualità, il rispetto per la tradizione e l’innovazione».
Fra i calciatori e, più in generale, gli sportivi chi è o è stato un fuoriclasse di eleganza?
«Nel calcio David Beckham e Ibrahimovic. E poi il tennista Rafael Nadal. Beckham è un’icona di stile, sempre impeccabile. Ibrahimovic, con il suo carisma, trasmette un’eleganza naturale e sicura. Nadal ha uno stile più sportivo ma molto curato. Tutti dimostrano che l’eleganza è anche una questione di atteggiamento e personalità, non solo di abbigliamento».