Corriere della Sera, 13 dicembre 2024
Intervista a Sofia Goggia
Sofia Goggia torna a Beaver Creek, assieme alla Coppa del Mondo femminile, nella località del Colorado di solito teatro delle prove degli uomini. Si chiude un tormento durato 11 mesi, dopo l’infortunio del 5 febbraio in allenamento. Domani c’è la discesa.
Lo stop di una stagione, ad un certo punto paventato, quanto è stato concreto?
«Era una possibilità. Magari remota, ma messa in conto. Aggiungo: ho odiato il comunicato della Fisi, quando ero in ospedale. Scrissero che sarei tornata più forte. Non sapevo se fosse una prospettiva realistica. Ho avuto venti giorni di blackout. Quando parlo di questo infortunio mi viene da piangere».
Non è stanca di ripartenze?
«È necessario mettersi in gioco per ciò a cui teniamo: le cose belle non sono facili. Ma se non combattiamo per ciò che vogliamo davvero, che senso ha lottare?».
Era indispensabile rioperarsi per rimuovere le placche?
«Se non l’avessi fatto avrei affrontato un calvario negli allenamenti in Argentina: sarebbe stato impossibile coesistere con la protezione».
Ci spieghi.
«In questi mesi non sono mai andata a correre al di fuori di un campo di atletica. Quando mi alleno non porto mai le chiavi di casa: pesano. Non avendole, scavalco il cancello e salto da un metro e mezzo. Ma con la piastra non me la sentivo: mi calavo strisciando e saltavo da mezzo metro. Sono andata a correre 23 giorni dopo la rimozione, ho guardato giù, ho saltato senza pensarci».
La spinta della mente.
«Togliere la piastra mi ha legittimato ad essere di nuovo quella di prima».
In questa situazione quale obiettivo è realistico?
«Dipende dalla progressione. Se starò bene e avrò confidenza, avrò chance. Per mia volontà rientro a fari spenti».
E quel Mondiale con l’oro che ancora manca? Saalbach 2025 bussa già alla porta.
«State creando profezie che si auto-avverino?».
Chiediamo se vivrà il campionato iridato da outsider o da protagonista.
«Sofia Goggia non può più essere un outsider».
Lei è una veterana. Vede le giovani con curiosità o come avversarie pericolose?
«Le giovani sono sempre di stimolo, soprattutto per noi che siamo al top. Nella mia carriera mi sono definita un’ottima ladra perché ho “rubato” atteggiamenti, più che imitato. L’ho fatto per adattarli a me e provarmi in situazioni simili: c’è sempre da imparare e le ragazze forniscono spunti interessanti».
Invece che cosa ha Sofia Goggia della veterana?
«Purtroppo ho un fisico logorato dagli infortuni. Ma se penso a quanto poco ho sciato nella mia vita, mi ritengo una ragazza del 2002. Nella Coppa del Mondo ho 180 gare, con una media di un podio ogni tre o quattro. E in discesa le cifre sono migliori. Insomma, sono una sciatrice ma non sono una che ha sciato tanto».
Shiffrin è ferma per l’incidente di Killington. Aveva annunciato che salterà le discese, però i superG li farà.
«È l’atleta più completa, forte e stabile sugli sci. Ha studiato me? Sicuramente: Mikaela è una che studia».
Quale segreto ha carpito?
«Se io dovessi studiare Sofia Goggia guarderei alle strategie di linea e a dove spinge».
La Coppa del Mondo ha ancora una formula attuale?
«Dividerei la stagione in due parti: la prima, estiva, nell’emisfero Sud, la seconda, autunnale-invernale, in quello Nord. Imitiamo il tennis, insomma».
L’allevamento di galline a Nembro come va?
«Molto bene, ora ne abbiamo 2.800. Sulla pagina Facebook dell’azienda abbiamo pubblicato una frase poetica dello scrittore Erri De Luca: “Nessuna geometria ha ricavato la formula dell’uovo. Per il cerchio e la sfera c’è il pi-greco, ma per la figura perfetta della vita non c’è quadratura”».
Gli studi procedono bene?
«Alla grande: mi mancano sei esami alla laurea in Scienze Politiche. Sarebbe un sogno finire entro settembre 2025, ma l’importante è fare bene, con la media del 28,19».
Poi arriveranno i Giochi 2026 e magari le lauree saranno due.
«Sarebbe fantastico ottenerne una a ridosso dell’altra, all’università e in pista».
Amori da dichiarare?
«Nessuno».
Occhio che chiediamo a Dagospia...
«Chiamate pure... So di avere l’amore di una Nazione ed è bellissimo».
Quando potrebbe arrivare la prima vittoria stagionale?
«Chi lo sa... Voi avete dei pronostici su Sofia Goggia? Arriverà quando arriverà: anzi, speriamo che arrivi».
C’è poi l’attesa della gente.
«Tanti si sono chiesti se mi sarei ripresa».
Era uno stimolo o un compatimento?
«L’ho vissuta come compatimento. Mi ha dato fastidio».
Non teme di non essere più Goggia che spazza via tutte?
«L’importante è guardarsi allo specchio e poter dire: ho dato tutto. Vincere non dipende solo da te: c’è una concorrenza agguerrita, ne spuntano di nuove, tante crescono, tutte vogliamo quella cosa lì. È una giungla».