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 2024  dicembre 12 Giovedì calendario

Esposti i gioielli di Santa Maria Maggiore

I “gioielli della corona” legati alla Madonna di Santa Maria Maggiore sono inestimabili e ora sono finalmente esposti integralmente al grande pubblico in teche blindatissime – nel nuovo percorso museale inaugurato ieri alla vigilia del Giubileo. Racchiudono non solo la prospettiva millenaria di questo luogo di culto, tra i più importanti della cristianità, ma anche la radicata devozione popolare mariana. Si tratta di manufatti orafi di grande bellezza che furono donati all’icona che da sempre protegge la Città Eterna e davanti alla quale anche Papa Francesco va a pregare prima di un viaggio internazionale o di un appuntamento difficile.C’è la sfolgorante croce pettorale a dodici punte, formata da spettacolari diamanti di particolare purezza: fu regalata alla basilica da Gregorio XVI (il cui pontificato durò dal 1831 al 1846). Con quel capolavoro di alta gioielleria fatto per essere applicato alla riza d’argento dell’icona il pontefice volle ringraziare la Madonna per avere salvato i romani dal colera. A corredo donò pure una collana formata da nove acquamarine, rubini, quarzi, topazi, e una croce enorme, sempre di acquamarine. Il pendente andava a completare la parure. Pio XII, invece, desideroso di esprimere gratitudine alla Vergine per avere risparmiato la città dai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale, diede incarico nel 1954 agli orefici Aurelio Mistruzzi e Spartaco Leclerc di realizzare una favolosa corona d’oro, diamanti, rubini e topazi.Il percorso inizia dallo scalone nobile dove sono stati sistemati alle pareti tutti i ritratti dei reali di Spagna legati alla storia della basilica. Dopo 140 anni ha fatto ritorno dal Vaticano la celeberrima Sperduta, la campana che per sei secoli, fino alla metà dell’Ottocento, ha suonato ininterrottamente alle due del mattino per aiutare i pellegrini che si smarrivano nel buio della notte capitolina a ritrovare la strada. Quel suono li aiutava dando loro l’esatta posizione dell’Esquilino come una sorta di “Google map” acustico. Fanno ritorno dal Vaticano anche dipinti importanti, opere del pittore fiorentino Jacopo Zucchi aggiungendosi all’Andata al Calvario di Giovanni Antonio Bazzi, detto il Sodoma, e alla Madonna col Bambino di Domenico Beccafumi.Superato lo scalone, attraversando l’imponente loggia con il grande mosaico medievale che raffigura il miracolo della neve e i quattro giganteschi angeli, sculture quasi aeree che sembrano sorreggere la struttura, si attraversa la Sala dei Papi forse l’ambiente più rappresentativo del progetto architettonico voluto da Paolo V (1605-1621). Da una porticina si può ammirare la spettacolare scala a chiocciola, detta di “Bernini”, in pietra di travertino che collega i cinque livelli del palazzo. La sua forma, senza colonne, ricorda una conchiglia stilizzata e le linee seguono una direzione ascendente. Un prodigio architettonico. Simboleggia il cammino umano dalla terra al cielo, dal buio alla luce.Infine ultime tre nuove sale del museo e ad accogliere i visitatori è proprio il presepe di marmo di Arnolfo di Cambio datato 1291.