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 2024  dicembre 12 Giovedì calendario

Già 90 mila telefonate al Telefono Amico

Da dietro la sua voce, in fondo alla cornetta, arrivavano chiacchiere distanti, il suono di un paio di bottiglie stappate, forse la televisione accesa su qualcuno di quei programmi nati apposta per far compagnia. Eppure... Alberto non festeggiava con gli altri, non si univa alle risate, non faceva tintinnare i bicchieri. Stava parlando con i volontari di Telefono Amico Italia, l’anno scorso a Natale. Per cercare di farsi scendere quel groppo di tristezza conficcato in gola come un pezzo di panettone troppo asciutto. Era con i suoi parenti il 25 dicembre 2023 ma si sentiva lo stesso più solo che mai. «Solo nel senso più vero della parola» come ha poi raccontato la volontaria che ha risposto alla sua chiamata.
Francesco, invece, la Vigilia di Natale dell’anno scorso non aveva niente e nessuno. Si è attaccato al cellulare per buttare da qualche parte la rabbia. Senza soldi, parenti e amici era diventato una pessima compagnia per se stesso. E quel giorno «felice a tutti i costi» si era trasformato in un incubo psichedelico. Dall’altra parte del telefono aveva trovato Martina che non dimenticherà mai la loro conversazione: «Ho sentito una persona sola, esasperata dalla mancanza di risorse. Era carica di astio e al tempo stesso ammetteva apertamente la sua disperazione».
Tra Natale e Santo Stefano, nel 2023, sono state seicentoventi le persone che hanno contattato Telefono Amico Italia: mediamente una ogni sei minuti. Nel 2024 più di novantamila. Tanto che quest’anno l’associazione (attiva 365 giorni all’anno dalle 9 alle 24 grazie a seicento volontari distribuiti in venti centri in tutta la Penisola) ha deciso di ampliare il servizio di ascolto di un’ora, anticipando l’inizio alle nove della mattina invece che alle 10. E si aggiungerà anche Tag (Telefono Amico Generation) con i volontari under quaranta che si uniranno da remoto alla non stop di Natale. La gente chiama al fisso, manda WhatsApp e perfino email. A rivolgersi al servizio sono sia uomini che donne di età adulta (il 22% tra i 56 e i 65 anni, il 21% tra i 46 e i 55, il 20% tra i 36 e i 45). Il problema più comune è la solitudine ma anche il bisogno di compagnia, le problematiche esistenziali e le difficoltà nelle relazioni familiari. Si tratta di numeri impressionanti, che durante la Pandemia hanno iniziato a crescere e non hanno più smesso. Solitudini insospettabili e abissali, o prevedibili e ignorate. Serbatoi di angoscia che ci vivono accanto rimanendo invisibili. Interconnessi, ipertecnologici e solissimi.
Marco, un altro volontario di Telefono Amico, dello scorso Natale ricorda «una telefonata con una persona anziana: ho ascoltato la sua descrizione di come il silenzio diventasse assordante nella sua casa durante le festività. Si ritrovava sola mentre tutti gli altri si godevano la compagnia delle loro famiglie. Mi ha raccontato dell’incontro pre-natalizio, durante il quale tutti si scambiavano gli auguri e di come, dopo aver salutato ogni persona, lei la guardava allontanarsi per raggiungere i propri cari mentre lei rimaneva sempre più sola. Sola durante i pranzi, sola durante la cena, sola per lunghe e interminabili giornate festive...».
Mentre Alberto è sempre colpito da un particolare: «Mi lascia abbastanza sbalordito che nessuno di coloro che chiama dice Buon Natale oppure buone feste. Il 25 dicembre non è un giorno speciale per loro, non è un giorno diverso dagli altri, non è un giorno da festeggiare o ricordare, è un giorno da cancellare il più in fretta possibile, o forse no, è semplicemente un giorno come un altro, difficile, faticoso, ansiogeno, malinconico, triste come tutti gli altri».
La presidente di Telefono Amico Italia, Cristina Rigon, spiega che «il telefono è uno strumento che, grazie al calore della voce, riesce a dare un senso di vicinanza immediata agli altri. Spesso non ci pensiamo, ma il Natale per chi è solo è un momento in cui il peso di questa solitudine si fa più opprimente e gravoso. Per noi è fondamentale esserci e provare ad alleggerire, anche solo per un attimo, questo carico». Almeno a Natale, bisognerebbe mettersi in ascolto...