la Repubblica, 12 dicembre 2024
Il costo delle multe no-vax non pagate
Roma – La maggioranza si divide sull’abrogazione delle multe previste per chi non ha rispettato l’obbligo di vaccinazione contro il Covid. Così, mentre si cerca di capire dove trovare le coperture di circa 170 milioni, necessarie per portare in fondo la misura del Milleproroghe, la polemica sale. «Io l’amnistia alle sanzioni non la voto», dice Giorgio Mulé, vicepresidente dei senatori di Forza Italia. Nel partito sono quasi tutti sulla sua linea. «Non vedo perché adesso bisogna fare un atto che va nella direzione di asseverare una condotta che andava contro il dovere di vaccinarsi – dice – Agiremo in Parlamento».Da Fratelli d’Italia, il capogruppo a Montecitorio, Galeazzo Bignami, ribatte: «Per noi l’obbligo vaccinale ha rappresentato una sconfitta per lo Stato, si obbligava qualcuno a un trattamento sanitario. Abbiamo deciso di chiudere una vicenda che potrebbe avere più ombre che luci». Contestano quanto previsto nel Milleproroghe anche Pd e Cinquestelle, che quando governavano hanno introdotto l’obbligo, e gran parte del mondo medico e scientifico.Sono appena 55 mila gli over 50 che hanno pagato la sanzione da 100 euro prevista per chi non aveva fatto almeno una delle tre dosi di vaccino anti Covid entro il febbraio 2022. Alla fine, solo loro avranno sborsato il denaro. A salvarsi sono circa un milione e 700 mila persone che non erano in regola.In attesa della pubblicazione del Milleproroghe nella Gazzetta Ufficiale e del successivo dibattito parlamentare per l’approvazione, al Mef rifletteranno sui soldi. Quel milione e 700 mila multe non riscosse significano 170 milioni di euro, una cifra molto alta per la quale va trovata la copertura, visto che era già iscritta in bilancio. Proprio per un problema economico il governo di centrodestra, del quale fanno parte persone che a suo tempo hanno attaccato l’obbligo vaccinale, aveva due volte sospeso per un anno la misura, che comunque restava in piedi. Ora, con l’abrogazione, va trovato il denaro e visto il periodo di magra potrebbe non essere un’operazione facile.Gli avvisi di pagamento sono stati mandati a suo tempo in due tranche dal ministero alla Salute. Con la prima, a novembre del 2022, sono partite 750 mila lettere che comunicavano la sanzione da saldare entro 60 giorni. Come detto, in 55 mila hanno pagato subito. In circa 1.500, invece, hanno fatto ricorso al giudice di pace. I vari procedimenti sono costati denaro ai cittadini e all’amministrazione. In tanti casi i giudici hanno dato ragione ai ricorrenti e si è pure andati al giudizio di appello. Il tutto ha avuto evidentemente dei costi di gestione per il ministero. Oltre 600 mila persone della prima tranche,comunque, non hanno pagato e poi hanno beneficiato del primo rinvio annuale, arrivato praticamente alla scadenza dei tempi per saldare la sanzione. Stesso discorso vale per un altro milione di persone. Per loro gli avvisi non sono nemmeno partiti, sempre per la sospensione.Ci sarebbero state anche altre categorie di obbligati. Si tratta dei lavoratori della scuola e delle forze dell’ordine. Ecco, non s i è mai saputo quanti tra questi non si sono messi in regola, perché le amministrazioni alle quali appartengono non hanno trasmesso i dati. Il colpo di spugna per loro non vale, perché c’era già stato.