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 2024  dicembre 12 Giovedì calendario

Un esempio di come funzionano le assicurazioni Usa

«Lo Stato è burocratico, l’impresa privata è efficiente. È una verità, ma nella sanità può accadere il contrario. In America siamo riusciti a creare una sanità privata costosa e burocratica. Guardi un ospedale-tipo qui a Boston: 200 posti letto e 700 impiegati. Guardi un ospedale in Germania: 700 posti letto e 200 impiegati». Sono passati quasi vent’anni da quel colloquio con un docente della School of Public Heath di Harvard impegnato a disegnare sistemi sanitari sostenibili per decine di Paesi per conto dell’Onu.
Usai quelle parole per il mio primo articolo sulle distorsioni della sanità Usa e mi sembrano ancora la migliore sintesi di quello che è andato storto nel Paese più ricco del mondo, con le tecnologie mediche migliori e la spesa sanitaria più elevata del Pianeta (quasi un quinto del Pil), nel quale non solo i poveri faticano ad avere cure essenziali: un malato cronico bisognoso di cure costose non è al sicuro nemmeno se è benestante e paga migliaia di dollari al mese per la sua polizza. Prima o poi, anche se la legge lo proibisce, il tuo assicuratore cercherà di non pagare o di liberarsi di te con un cavillo.
È da sempre così: chi sta bene, fa pochi controlli standard e ha un datore di lavoro che sottoscrive una buona assicurazione non ha problemi. Quando le cose si complicano cominciano i drammi. Ma sono drammi individuali che restano sottotraccia. Finché un gesto come quello di Luigi Mangione diventa detonatore dell’esasperazione di milioni di pazienti che si sentono abbandonati. E un assassino diventa, in rete, il Robin Hood dell’era digitale.
Sintesi di una realtà assai complessa: in America la sanità è privata e la salute è una responsabilità individuale, non un diritto. I sistemi pubblici europei, bollati come socialisti dai conservatori, non piacciono molto nemmeno ai democratici (Bernie Sanders che li promuoveva non ha mai sfondato). Esistono due sistemi pubblici: Medicare per chi ha più di 65 anni e Medicaid per i più poveri, ma pagano medicinali e alcune cure essenziali in strutture convenzionate. Anche l’anziano che vuole buone cure ha bisogno di una polizza integrativa.
Quella delle assicurazioni è una vera giungla: disorienta il paziente e moltiplica costi comunque elevatissimi visto che negli Usa tutto – medicine, rette ospedaliere, onorari dei medici – è molto dispendioso. Ogni istituto offre diverse polizze con diversi livelli di coperture e diverse franchigie. Ogni anno, quando rinnovi, devi accertarsi che i tuoi medici di riferimento accettino la tua polizza. E ogni prestazione deve essere preautorizzata. Boom della burocrazia privata mentre tu finisci per scegliere un medico non perché è bravo ma perché ha una segreteria che sa sfruttare al meglio la tua polizza.
Quanto alle assicurazioni, sono imprese quotate che puntano, come le altre, a massimizzare il profitto riducendo i costi. Ma nella sanità i costi li riduci negando prestazioni ai pazienti. E poiché il numero delle prestazioni è infinito (spesso ti arrivano più conti per un solo intervento) tutto viene automatizzato. Ora, con l’intelligenza artificiale, vengono usati anche gli algoritmi per accettare o respingere una prestazione.
Parlare con qualcuno per contestare una decisione è pressoché impossibile. Alcune assicurazioni offrono ai pazienti una procedura d’appello, comunque gestita al loro interno. In altri casi il rifiuto è definitivo.
Un esempio personale può aiutare a capire: colonscopia coperta totalmente – struttura, medico, anestesista – dall’assicurazione. Dopo un mese arriva un conto di 1.200 dollari dell’anestesista.
Spiegazione: a causa del sovraccarico di lavoro dell’ospedale la procedura, prevista alle 9, è slittata alle 13 quando l’anestesista coperto dalla mia polizza aveva finito il turno: sostituito da uno «out of network». In questo caso ho fatto ricorso e alla fine il ricorso è stato accettato, ma ci sono voluti mesi di impegno mio e di burocrazia loro.