Robinson, 8 dicembre 2024
Viaggio nella fabbrica dei cartoni animati made in Italy
Loreto (Ancona). La fabbrica dei sogni cartoon è un edificio tutto vetro e giallo ocra adagiato tra i prati, in quel pezzetto di Marche che si estende tra il mare blu del Conero e il verde poetico della collina di Recanati. Natura da un lato, suggestioni letterarie dall’altro, fanno così da cornice alla più grande fabbrica italiana dell’animazione, nazionale nel cuore e globale nell’export. Ha un nome arcobaleno — Rainbow — e sforna saghe amate dai bambini di mezzo mondo: fra le tante Winx Club, 44 gatti, Pinocchio and friends, Summer & Todd. L’allegra fattoria, Monster Allergy…
Ecco perché, alla vigilia delle feste più attese dai piccoli, siamo sbarcati proprio qui, a Loreto. Cittadina nota per il celebre santuario, ora diventata – malgrado la lontananza dai classici circuiti cinetelevisivi romani o milanesi – la capitale dell’entertainment vietato ai maggiori. Non parliamo dei colossi della distribuzione come Rai, Netflix o Prime, ma della più potente delle tante factory nostrane, indipendenti e creative, in cui serie tv e film vengono pensati e realizzati. Nel corso della visita conosceremo il padrone di casa, Iginio Straffi, che dalla vicina Gualdo, nel maceratese, è riuscito a conquistare i mercati europei, americani e asiatici: «Non smettere mai di crederci, non arrendersi nemmeno di fronte alle peggiori difficoltà», è il mantra che ci ripeterà durante l’incontro. Andiamo però con ordine.
Benvenuti a RainbowlandLa sede principale del gruppo di cui Straffi è fondatore e amministratore risale al 2010 e ospita 120 dipendenti. Silvia Conti, responsabile della comunicazione che ci accoglie all’ingresso, ne fa subito notare l’autosufficienza energetica, «grazie all’impianto geotermico e ai pannelli fotovoltaici». Poi ci mostra i luoghi di relax interno per i dipendenti, «la palestra, la piscina, il campo da tennis, la scuola dell’infanzia bilingue aperta alle famiglie del territorio. Abbiamo anche una seconda scuola, dalla materna alle medie, a Civitanova Marche. Teniamo molto alla formazione: abbiamo rilevato l’Accademia di belle arti e design Poliarte di Ancona e creato a Roma la Rainbow Academy, con corsi di animazione, visual effects e altro». Ma a colpire chi entra è l’aspetto cartoon del luogo: all’ingresso, accanto alla reception, svetta una grande scultura di Bloom, leader delle Winx, idolo di milioni di bambine di almeno tre generazioni. Mentre, a qualche passo, una sala piena zeppa di gadget delle varie saghe è un’esplosione di colori. Un paese dei balocchi che farebbe la gioia di qualsiasi bambino.
Oltre l’arcobalenoPrima di addentrarci nelle stanze dell’edificio dove nasce la magia, ricostruiamo storia e profilo del gruppo. Che ci vengono raccontati, un pezzetto per volta, dalle persone che incontriamo in sede. Tutto comincia «nel 1995, quando Iginio Straffi, dopo un’esperienza di collaborazione da Sergio Bonelli e periodi di lavoro in Francia e Lussemburgo, fonda la società». Il boom arriva nel 2004 con le Winx: da lì un successo inarrestabile, tanto che ora il gruppo conta 700 dipendenti e, oltre Rainbow, comprende l’ipertecnologica Rainbow CGI (sede a Roma) e due società acquisite sul mercato, Colorado Film e il marchio di animazione canadese Bardel Entertainment. Una corazzata che fornisce contenuti sia alla Rai che alle piattaforme globali. Con un portafoglio «che insieme ai cartoni per bambini annovera serie e film live action» (fra i tanti, i lungometraggi di Me contro Te e il successo planetario Fabbricante di lacrime).
Al momento, sul fronte cartoon, i prodotti di punta sono Mermaid Magic, «serie lanciata ad agosto su Netflix, con grande successo internazionale, e ora sbarcata su Rai Gulp»; Gormiti. The New Era, «appena uscita in Italia e in Europa, un misto tra live action e animazione CGI»; e «la lavorazione del rebootin veste aggiornata del Winx Club, che arriverà nell’autunno del 2025». Straffi di recente ha anche rilevato i diritti di Pinky, «l’irriverente coniglio rosa creato da Massimo Mattioli e apparso per decenni sul Giornalino»; e ha in sviluppo una serie tv su Corto Maltese.
La sala dei talentiMa come nascono i cartoni più amati? Per entrare nel vivo bisogna salire al primo piano dell’edificio di Loreto, in un ampio open space diviso in isole tematiche e governato con energia da Paola Verdenelli, responsabile di produzione: «Questo – ci spiega – è il cuore creativo delle serie animate. Siamo circa quaranta, tutti senior e supervisor, e seguiamo l’intera lavorazione, dal foglio bianco al prodotto finale». Qui prendono vita le location, i personaggi e poi gli storyboard, che rappresentano le varie inquadrature: «Elementi che messi insieme costituiscono la bibbia di ogni serie tv animata».
Si comincia dalle location e dai personaggi, da cui si ricava il “pack” per lo storyboard artist: «In pratica, la lista della spesa di ogni singolo episodio». Anche i concept, i soggetti, «nascono da noi – tiene a sottolineare Paola – e vengono sviluppati da collaboratori italiani e stranieri, con un gruppo interno che ne controlla la coerenza. Diciamo che il contributo esterno è più esecutivo». Dentro invece regna il talento. Unito alla pazienza: «Per realizzare un pacchetto di 26 episodi di 22 minuti, passano almeno due anni, dalla pre-produzione in poi. E il primo episodio, da solo, richiede quasi un anno di lavoro».
Gli artigiani dell’animazioneNon resistiamo alla tentazione di girare fra i tavoli dell’open space, la catena di montaggio – ad altissimo tasso creativo – della fabbrica dei sogni. Iniziamo dall’isola in cui lavorano gli specialisti delle location.
Stefano Mazzeo, seduto a una delle scrivanie, spiega che tutto «inizia sempre in 2D». Ci fa vedere sul suo schermo l’evoluzione di un tempio sottomarino della serie Mermaid Magic: «Prima viene fatto uno schizzo, poi un disegno in bianco e nero, poi uno a colori. E solo alla fine viene realizzato il modello 3D». Per il Winx Club (tutti i creativi sono impegnatissimi nella realizzazione del reboot) la lavorazione è ancora più complicata: per dimostrarlo, Stefano esegue l’analogo procedimento a tappe sulla stanza della fata Stella, pienissima di dettagli e di oggetti. Niente è mai troppo, per le star della casa. Anche sul piano degli effetti speciali: dalla postazione che se ne occupa, Marco Tomassetti ci mostra come ha dato al drago di Bloom un’incredibile consistenza trasparente, con tutte fiamme all’interno. «Gli sto fornendo una sorta di rivestimento digitale – spiega – facendo fuoriuscire dal corpo tanti piccoli pezzettini di fuoco, circa 200 mila al secondo». Il risultato è sorprendente.
Dove nascono le fateE a proposito di Winx. Si affacciano sulla sala grande, ma hanno uno spazio chiuso tutto per loro, Cristiana Magrini e Andrea Pulito, che lavorano sul team magico amato in tutto il mondo dai tempi dell’episodio pilota. Andrea sottolinea come queste ragazze siano state da sempre protagoniste e mai “spalle” degli uomini, esempio trionfante di sorellanza: «Hanno dato un contributo all’evoluzione del pensiero femminile». E in effetti, tanto per fare un esempio, in anni ancora lontani dai nostri era Bloom a salvare l’amato Sky addormentato, in un rovesciamento dell’archetipo di Biancaneve. Cristiana tiene a sottolineare «il loro spirito di squadra». E svela che nel reboot, rispetto a tutta la produzione precedente — serie animate, film, serie live action — «ci sarà un bel colpo di scena». Cambia anche l’aspetto delle protagoniste: tornando nell’open space, nel reparto CGI dove si crea il 3D, Matteo Gamberoni ci mostra al computer l’evoluzione di Aisha, la Winx di colore, che avrà capelli più afro e una fisicità un po’ diversa, più palestrata. «Nei nuovi episodi – rivela – ci saranno oltre 300 personaggi: se nel 2D risolvi con un disegno, in 3D ogni incoerenza – nel look, nei movimenti, nelle espressioni del viso – si nota. Bisogna ragionare a ogni passaggio».
La corazzata socialLasciamo il reparto creativo per sbarcare, al piano inferiore, nell’ufficio digital, che si occupa dei contenuti online. «Abbiamo oltre sessanta canali, in venti lingue – svela Ilaria Ippoliti, che ci fa da guida – pubblichiamo i footage dalle serie ma anche contenuti ad hoc, come i tutorial di disegno». E i destinatari non sono solo i bambini. Perché le Winx sono al centro di un’ampia community composta anche da adolescenti, e perfino da trentenni che le amavano da bambine: solo le fatine valgono oltre 20 miliardi di visualizzazioni su YouTube e 35 miliardi di visualizzazioni su TikTok. L’attesa per il reboot è alle stelle, come ha dimostrato il successo social del primo teaser trailer.
Nella stanza dei bottoniDopo aver percorso la sede Rainbow in lungo e in largo, incontriamo Iginio Straffi. Ci attende nel suo ufficio, grande spazio anonimo tranne che per un dettaglio: sul tavolino nella zona divani c’è una ministatuina di Bloom, a ricordare che questo è e resta un regno della fantasia. La prima domanda è d’obbligo: come si costruisce un made in Italy capace di sfondare in tutto il mondo? «All’inizio è stato difficile – racconta – nel nostro Paese mancava del tutto un’industria dell’animazione. Ho cercato fin da subito di creare prodotti adatti al mercato internazionale: il nostro è troppo piccolo, l’unica chance di coprire i costi è rivolgersi a una platea molto più ampia».
Progetto ambizioso, che funziona «solo se crei personaggi capaci di diventare icone: lavorando sul dettaglio, sulla qualità. E con un occhio al merchandising, sull’esempio delle major americane e giapponesi. Ricordo un Cartoons on the Bay (festival dell’animazione, ndr) di molti anni fa: esposi i miei progetti e alcuni mi derisero, sostenendo che l’Italia non è la Francia, che non ha la cultura del merchandising». Lui li ha smentiti, a suon di gadget e giocattoli. L’altra sua intuizione è stata capire le potenzialità dello streaming: «Con Netflix abbiamo cominciato presto, siamo stati secondi nel mondo dopo Dreamworks ad avere sulla piattaforma un original animato».
Presente e futuroArriviamo all’oggi. «La mia fortuna – prosegue Straffi — è continuare a fare un lavoro creativo: mi occupo del prodotto e in parte delle vendite, il resto lo lascio ad altri. Per gli animatori ammetto di essere una presenza ingombrante, sono partito facendo tutti i ruoli, se necessario anche il receptionist, e tuttora non riesco a delegare». Infatti non smette di spronare il team creativo sulla resa dei prodotti: «Guardiamo Magic Marmaid, ha un’attenzione alla fotografia davvero unica nel mercato seriale, bisogna alzare sempre l’asticella». E di insistere, sul fronte dei contenuti, sui temi su cui le sue Winx sono state pioniere: «Ho battuto sull’empowerment femminile fin da subito, in un immaginario allora popolato da supereroi maschili. E sul rispetto per la natura».
E domani? «Aspettiamo il 2025 con grande ottimismo. In autunno verranno rilasciate le Winx che andranno su Netflix e Rai, siamo in trattativa avanzata con Bbc e Tf1. E anche i Gormiti usciranno in tanti altri Paesi. In generale cercheremo di consolidarci ulteriormente all’estero e di concentrarci di più sul mondo social e su quello delle app». Intanto, una novità importante: l’Equity Club di Mediobanca ha messo insieme un gruppo di investitori che ha rilevato il 40 per cento delle quote. «Ma manterremo il nostro spirito indipendente – conclude Straffi – questa operazione ci permetterà di sviluppare nuove produzioni e di continuare a promuovere il talento made in Italy». Da Loreto al resto del mondo e ritorno: la fabbrica dei sogni cartoon non si ferma mai.