Avvenire, 8 dicembre 2024
Il disagio abitativo nelle città europee
Prezzi a livelli record, dimensioni spesso ridotte rispetto al numero dei componenti familiari, edifici in molti casi obsoleti (o comunque non sostenibili). L’emergenza abitativa non è solo una questione nazionale, ma un problema europeo che colpisce soprattutto le grandi città. A confermare la portata del fenomeno e quanto già ci mostrano le proteste in aumento di studenti, famiglie e pensionati un po’ ovunque, ci sono anche i numeri. In particolare, i dati contenuti nell’ultima edizione di Housing in Europe, il report diffuso dall’Eurostat, ricco di statistiche e tendenze su molti aspetti diversi legati alla casa e all’edilizia abitativa. Partiamo dai prezzi: in generale dai dati dell’Ufficio di statistica comunitario i prezzi delle abitazioni sono aumentati del 48% nell’Ue tra il 2010 e il 2023, con impennate recenti particolarmente consistenti (8,4% nel 2021 e 7,8% nel 2022). Nel periodo esaminato dall’Eurostat i prezzi delle case sono cresciuti quasi ovunque (in 24 Paesi, pur con differenze anche notevoli tra i diversi Stati). Tra i pochi Paesi in cui si è registrata una diminuzione c’è l’Italia (8% rispetto al 2010), anche se dai minimi del 2015 i prezzi sono progressivamente saliti negli ultimi anni, soprattutto dalla fase post Covid.
Tornando all’Ue, oltre ai valori degli immobili compravenduti sono aumentati anche i costi dei canoni di locazione: +22% in 13 anni. In generale sono i costi abitativi – comprensivi anche di altre voci (acqua, elettricità, gas, condominio e altre voci) – che si sono alzati dal 2010 in poi. Ed è salito il numero di persone in difficoltà ad affrontare queste spese. Nel 2023 quasi l’11% della popolazione europea non è stata in grado di riscaldare adeguatamente la propria abitazione. Le quote più elevate sono state osservate in Spagna, Portogallo (entrambi 20,8%) e Bulgaria (20,7%), e le più basse in Lussemburgo (2,1%), Finlandia (2,6%) e Slovenia (3,6%). Sono aumentati anche i cittadini che vivono in abitazioni con standard qualitativi bassi: lo scorso anno il 15,5% delle famiglie dell’Ue ha riscontrato problemi relativi a perdite dai tetti, pavimenti o pareti molto umide, infissi particolarmente deteriorati. Nelle grandi città il problema immobiliare è più sentito rispetto ad altre aree meno affollate. L’Eurostat parla di sovraccarico dei costi abitativi, quando in una famiglia le spese per la casa rappresentano il 40% del totale. Nel 2023 nell’UE il 10,6 % della popolazione delle città viveva in tale nucleo familiare, mentre il tasso corrispondente per le zone rurali era del 7 %. I tassi più elevati di sovraccarico dei costi abitativi nelle città sono stati osservati in Grecia (31%) e Danimarca (23,3%), e i più bassi a Cipro (3,4%) e in Croazia (3,5%). Anche in Italia comunque quasi l’8% dei nuclei familiari che vivono in centri urbani spende oltre il 40% delle sue entrate complessive per l’abitazione.
Infine, a fare la differenza nella qualità dell’alloggio (e della vita) è anche la metratura. In base agli ultimi dati Eurostat il 16,8% della popolazione europea vive in una casa sovraffollata, ovvero considerata troppo piccola per il numero di componenti e per le esigenze della famiglia che ci vivono. In Italia tale condizione riguarda quasi un quarto della popolazione (25,4%), a dimostrazione che spesso non si può contare su ampi spazi. Il trend per l’Italia è confermato anche da report nazionali recenti: dai dati dell’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) nel 2023 la superficie media delle residenze acquistate nelle grandi città è di 89 mq. Queste sono più piccole, se confrontate con la media nazionale di 106 mq, e anche rispetto al passato la superficie media delle abitazioni scambiate nelle grandi città è in lieve riduzione. A Milano solo il 14,7% delle case vendute nel 2023 ha superato i 115 mq, contro una media nazionale del 32,6%. La superficie media degli immobili milanesi è di soli 81 mq. E le case che passano di mano con i rogiti notarili si fanno sempre più “mini” anche in altri grandi centri urbani: nel giro di due anni a Roma la superficie media è scesa da 94,7 a 92,4 mq, a Napoli da 96,7 a 93,6 mq e a Torino da 86,2 a 82 mq