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 2024  dicembre 08 Domenica calendario

Bpm, Agricole sfida Unicredit e chiede a Bce di salire al 19,9%

Si infiamma la battaglia sul Banco Bpm. Ieri sera, a borsa chiusa, il Credit Agricole, secondo socio con il 9,9%, ha aperto la sfida nei confronti di Unicredit che il 25 novembre, a sorpresa, aveva annunciato il lancio di un’ops, a un prezzo ritenuto non congruo dall’istituto milanese e dal mercato tanto che qualche giorno fa Andrea Orcel si è riservato un ritocco dopo i conti 2024 di Bpm. 
La seconda banca francese scende in campo per la conquista dell’istituto di piazza Meda, ufficializzando le indiscrezioni sul mercato da una settimana circa, di avere una quota potenziale del 15,01%, «tramite la sottoscrizione di contratti derivati relativi al 5,2% del capitale sociale di Bpm», si legge nella nota, «che potranno avere regolamento in azioni, ove ottenute le necessarie autorizzazioni regolamentari». I derivati sarebbero stati fatti tramite JpMorgan.
L’Agricole che in Italia è una presenza risalente a fine anni 80, ai tempi dell’Ambroveneto, ha scoperto per la prima volta le carte. La Banque Verte, «presenterà istanza presso l’Autorità di vigilanza per essere autorizzata a incrementare la propria partecipazione in azioni al di sopra della soglia del 10 e sino al 19,99%». Parigi sottolinea che «l’operazione è coerente con la strategia di Crédit Agricole quale investitore e partner di Banco Bpm; rafforza le partnership industriali in essere tra il Gruppo Agricole e Banco Bpm nel settore del credito al consumo (in Agos il 61% è di Parigi, il 40% di Milano, ndr) e della bancassicurazione (danni PPI e CPI)» dove Agricole possiede il 65% di Bpm assicurazioni, nonché «testimonia l’apprezzamento per le qualità intrinseche di Banco Bpm, con una solida posizione di mercato e positive prospettive finanziarie». Da parte dell’ad Giuseppe Castagna c’è una forte spinta alle fabbriche-prodotto, come Mumia (monetica). Infine la banca francese evidenzia che «non intende lanciare un’offerta pubblica di acquisto su azioni Banco Bpm e che l’operazione avrà un impatto «non significativo» sugli indici patrimoniali Cet1. 
Sicuramente quella di Parigi è una mossa clamorosa in chiave difensiva destinata ad accendere i giochi sul mercato bancario, considerando che Bpm ha acquisito dal Tesoro il 5% di Mps, sommato al 4% di Anima, al 3,5 del gruppo Caltagirone (arrotondato pochi giorni fa al 5,026%) e al 3,5% di Delfin. Se l’affondo di Unicredit è stato bocciato dal governo («Mossa non concordata», ha detto a caldo del Ministro Giancarlo Giorgetti, che ha evocato più volte il possibile utilizzo del golden power), a maggior ragione l’ascesa di una banca estera nel capitale del terzo gruppo italiano potrebbe sollecitare l’applicazione dei poteri speciali. Trapela contrarietà da palazzo Chigi per una iniziativa anch’essa non concordata i cui sviluppi sono tutta da chiarire. 
Prima dell’ops di Unicredit – che venerdì 13 depositerà il prospetto in Consob -, Bpm aveva lanciato l’opa su Anima, polmone italiano del risparmio con 220 miliardi, nel mirino di Unicredit che ha un accordo di distribuzione fino al 2027 con Amundi, società del risparmio controllata da Agricole. Un’avanzata dei francesi potrebbe coinvolgere le due società di risparmio, nel momento in cui Amundi ha aperto una trattativa con Allianz Global investor che potrebbe far nascere un polo estero da 2.755 miliardi di asset under management. C’è chi ritiene che il blitz di Parigi possa essere una mossa da far pesare sul tavolo di un eventuale negoziato con Unicredit.
Ieri sera, comunque, trapelava irritazione da parte di Andrea Orcel che era a Zermatt, in Svizzera a sciare. Il colloquio fra Orcel e Philippe Brassac, ad di Agricole, che sembrava doversi tenere due weekend fa, da alcuni giorni sarebbe stato rinviato non entro fine anno, ma a data da destinarsi, nel 2025: il banchiere romano dovrebbe partire il 19 dicembre fino all’Epifania per i mari caldi.