Il Messaggero, 11 dicembre 2024
Il prezzo del caffé al record dal 1972
Più 88% in un anno. Tanto vale la corsa segnata dai future sul caffè che ora fa temere per un caro-tazzina insostenibile anche per gli amanti più incalliti dell’espresso. Gli indici sui prezzi del caffè al 2025 proiettano ora i valori ai massimi dal 1972. E soltanto ieri Arabica e Robusta hanno registrato aumenti rotondi, con il primo in crescita del 3,50% e il secondo in salita di circa il 3%. Si tratta di incrementi legati a fattori climatici ed economici, dicono gli esperti, che rischiano di spingere i prezzi della tazzina di caffè al bar a livelli di allarme rosso, visto che già ora siamo a ridosso di 1,5 euro. E chissà dove potrà arrivare se non rientra l’emergenza. Ma quale emergenzza? Sono in primo luogo le previsioni di un raccolto di caffè più basse in Brasile a spingere i prezzi verso l’alto. Volcafe, una delle maggiori società di analisi del mercato del caffè, ha ridotto la stima della produzione di caffè arabica brasiliano per la stagione 2025/26 a 34,4 milioni di sacchi, con una riduzione di circa 11 milioni rispetto alle previsioni di settembre. Un taglio determinato dalla siccità prolungata che ha colpito il paese, soprattutto nelle regioni di produzione di Minas Gerais, la più grande area di coltivazione del caffè arabica. La scarsità di precipitazioni, che dura dal mese di aprile, ha infatti danneggiato gravemente gli alberi di caffè durante la fase di fioritura, riducendo drasticamente le prospettive di raccolto. Anche il mercato del caffè Robusta sta vivendo una situazione estremamente difficile. Il Vietnam, primo produttore mondiale di robusta, ha infatti visto un calo netto nelle esportazioni a novembre, scese del 49,1% rispetto all’anno precedente. E anche qui il raccolto è stato rallentato dalle piogge che hanno allagato i campi. A causa della siccità che ha colpito la regione, la produzione di caffè robusta vietnamita nel 2023/24 e diminuita del 20%, portando a una delle peggiori stagioni di raccolto degli ultimi quattro anni. Le condizioni climatiche estreme, come El Nino, stanno poi causando danni duraturi alla produzione in America Latina. Le piogge insufficienti e il caldo intenso hanno colpito anche la Colombia, secondo produttore mondiale di Arabica, ancora alle prese con i danni della siccità di inizio anno. Di qui la crescente preoccupazione per la scarsità di caffè globale. Così, benché le esportazioni globali siano aumentate del 15,1% a ottobre secondo l’International Coffee Organization, la scarsità di scorte continua ad alimentare l’impennata.