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 2024  dicembre 11 Mercoledì calendario

Uccidono Tortora un’altra volta

Capiamo che il solo nominare Enzo Tortora faccia venire l’orticaria a chi quell’uomo mite e saggio lo ha distrutto ingiustamente per via giudiziaria fino a portarlo alla morte. Capiamo il senso di vergogna che quella pagina di malagiustizia provoca per tutto il sistema giudiziario ma che adesso i magistrati vogliano uccidere una seconda volta Tortora è qualche cosa che va oltre i limiti della comprensione.
Succede che in Parlamento si sta valutando di istituire la «Giornata delle vittime di errori giudiziari» e farla coincidere con la data dell’arresto di Tortora, il 17 giugno. Ascoltato in Commissione Giustizia sul tema, il segretario dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, ha espresso dubbi sia sulla giornata sia sulla data, in quanto «genererebbe sfiducia nei nostri confronti da parte dell’opinione pubblica».
Già, secondo loro gli italiani non dovrebbero soffermarsi a riflettere sul fatto che ogni anno fonte l’Autorità garante dei detenuti 960 innocenti finiscono in carcere, una media di tre al giorno. E che ogni anno, negli ultimi trenta, sette persone vengono condannate ingiustamente in modo definitivo, come poi a fatica riconosciuto dallo Stato. E parliamo appunto solo degli errori talmente grossolani da dover essere in qualche modo sanati anche con importanti risarcimenti economici.
Quel 17 giugno del 1983, giorno in cui Enzo Tortoraappena arrestato venne mostrato a favore di telecamerecon le manette ai polsi, deve invece giustamente diventare il «giorno della vergogna» per tre motivi. Il primo è il fatto in sé; il secondo è che nessuno negli anni successivi ha mai chiesto scusa a lui e agli italiani; il terzo, per certi versi ancora più grave, è che i pm e i giudici di quel processo hanno fatto tutti una brillante carriera nonostante la loro incapacità o malafede fosse stata definitivamente smascherata.
Mi auguro che l’obiezione del capo dell’Associazione magistrati non abbia alcun seguito. E mi auguro, ma è solo un sogno, che quel giorno Santalucia ci metta la faccia e con un sussulto di onestà e dignità ammetta che il problema esiste e che tutti loro per primi si faranno carico di risolverlo al più presto. Sarebbe l’unico modo per provare a riconquistare un po’ della fiducia che gli italiani, da quel giorno, hanno smesso di concedere alla magistratura italiana.