La Stampa, 11 dicembre 2024
Fabrizio Pregliasco contro il condono per i no-vax
Per chi ha subito le aggressioni dei no vax, come il virologo e direttore sanitario del Galeazzi di Milano, Fabrizio Pregliasco, «questo condono a favore di chi non si è vaccinato contro il Covid lascia l’amaro in bocca. Perché è come voler premiare chi ha seguito preconcetti antiscientifici esponendo al rischio anche il resto della popolazione. Ma è una decisione che non mi sorprende».Come mai?«Perché è in linea con la politica portata avanti dal centro destra durante la pandemia cavalcando la protesta contro lockdown e green pass. Tra le tante cose per cui i partiti di maggioranza sono stati votati c’è anche questo aspetto. Che a sua volta è figlio di una cultura complottista e antiscientifica che serpeggia tra le fila di una certa politica».Qualche esempio?«Esemplare è l’approvazione della legge che stanzia un gruzzolo di milioni per la “mototerapia”, che sarà anche divertente ma non ha alcun fondamento scientifico. E basti pensare anche alla commissione d’inchiesta parlamentare che si è voluta concentrare solo sulle misure adottate a livello nazionale portando in audizione anche nani e ballerine. Come il poliziotto sindacalista, per il quale, salvo una, le bare trasportate dai camion a Bergamo erano per il resto vuote».A posteriori si può però dire che qualche errore è stato commesso?«A posteriori è facile dirlo. Prendiamo il Green pass, è chiaro che una volta mutato il virus, con Omicron capace di contagiare facilmente anche i vaccinati si può dire che forse era superfluo, ma allora non lo sapevamo. E quando si sostiene che i vaccini sono diventati a un certo punto inutili ci si dimentica che pur iniziando a proteggere meno dal contagio, sono però stati sempre un’arma efficace contro l’evolversi dell’infezioni in forme gravi di malattia. I lockdown a loro volta sono stati provvedimenti politici, basati però su evidenze scientifiche. E i numeri hanno dimostrato che hanno contribuito a ridurre l’estensione dei contagi, ai quali corrispondeva un tasso di mortalità che ha provocato oltre 78mila morti nel 2020, prima che arrivassero i vaccini a ridurlo».Ma che messaggio arriva agli italiani con questa rinuncia a riscuotere le multe?«Un messaggio pericoloso che crea negatività anche in chi si è vaccinato, perché purtroppo i vaccini sono vittime del loro successo. Nel senso che quando riducono o eliminano il problema molti credono siano superflui. E magari attivano quel mormorio sulla loro pericolosità basandosi sul numero delle reazioni avverse che, quando parliamo di quelle importanti, quasi mai sono correlabili alla vaccinazione. Ad alimentare la diffidenza nei confronti dei vaccini anti-Covid c’è anche il fatto che si è riusciti a produrli in poco tempo. Ma chi lo afferma ignora che la tecnica dell’Rna messaggero era già stata messa a punto da tempo. E poi basti vedere Trump, che prima di contestarli li ha finanziati come pochi altri».C’è chi dice anche che anziché sull’obbligo vaccinale si dovrebbe puntare sulla scelta consapevole e informata…«Questa sarebbe la soluzione ottimale, ma bisogna sempre trovare un punto di mediazione tra libertà della persona e interesse della collettività. Quando in passato si sono verificate emergenze sanitarie spesso si è fatto prevalere la tutela della società. Lo fece Crispi nel 1888 con l’antivaiolosa, Mussolini nel ’39 con il vaccino contro la difterite e più recentemente la Lorenzin, che ha reintrodotto l’obbligo per le vaccinazioni fondamentali in materne ed elementari a fronte di un preoccupante calo delle coperture, al quale stava corrispondendo un aumento dei contagi».La bozza del Piano pandemico presentata circa un anno fa è stata ritirata perché riproponeva lockdown e mascherine. Siamo certi che non serviranno in futuro?«No perché le misure devono essere valutate a seconda del livello di emergenza. Ma è sempre la sensibilità politica a decidere se debba prevalere la tutela sanitaria, l’economia, piuttosto che escludere le problematiche psicosociali derivanti dall’isolamento. Certo è che in Svezia dove si è chiuso molto in ritardo si sono avuti molti più morti rispetto ai paesi limitrofi».Per l’Oms una nuova pandemia in futuro non è una probabilità ma una certezza. Siamo preparati?«Messaggi ambigui come quello lanciato sui vaccini anti-Covid non aiutano. Per affrontare le nuove emergenze occorrerà basare comunicazione e decisioni sui dati scientifici, sapendo che questi possono modificarsi ed esigere cambiamenti di rotta. Perché la scienza insegue la natura, ma noi poi dobbiamo seguire la scienza se non vorremo farci travolgere da nuove tragedie»