la Repubblica, 11 dicembre 2024
“FreeLuigi” icona social
L’anonimo McDonald’s di Altoona, Pennsylvania è diventato così popolare da venire inondato di recensioni online: tutte negative. «In cucina girano i ratti – ha scritto uno – viene la nausea solo a pensarci». «Posto orribile e gente sgradevole, non andateci», aveva commentato un altro. Decine di messaggi hanno demolito il ristorante della catena di fast food, al punto che McDonald’s ha deciso di cancellare i messaggi. Il motivo di tanta popolarità non era gastronomico: qui è dove un dipendente ha segnalato alla polizia Luigi Mangione, seduto al tavolo mentre faceva colazione, sospettato di essere il killer del ceo del colosso delle assicurazioni sanitarie. Per milioni di americani è stata la fine della fuga del “punisher”, il giustiziere del sistema avido della sanità. Intanto è nato un merchandising del crimine. Su piattaforme online come Etsy, TikTok Shop e eBay sono in vendita magliette, giubbotti con cappuccio, adesivi e decorazioni natalizie dedicate al killer.Le parole incise sui proiettili usati per l’omicidio – nega, difendi e deponi – sono finite anche in una canzone messa in rete su Youtube. Sui social è circolato un post – risultato falso – in cui Elon Musk difendeva la vittima e confessava di essere sorpreso dalla reazione del web, capace di trasformare in “eroe” un assassino. Musk, che commenta tutto, non aveva ancora scritto niente sull’omicidio. Dal momento dell’arresto l’account Instagram di Mangione è passato da ottocento a ventimila follower, prima di essere oscurato, mentre l’hashtag #Free-Luigi è diventato trend e, anche quello, stampato sulle magliette. Libero lui, sostengono, ogni Ceo si sentiva in pericolo. Per questo la gente non si rassegna all’epilogo. Sui social sono apparsi post in cui si accusa la polizia di aver fabbricato prove false per incastrare Mangione. «Uno laureato in ingegneria – scrivono – non si fa fregare così, in un McDonald’s».