Corriere della Sera, 11 dicembre 2024
L’amore di Pino Daniele
Pino Daniele non amava parlare troppo del suo privato. Ma in una delle ultime interviste, il cantautore aveva raccontato cosa rendesse così speciale il rapporto con il suo nuovo amore, Amanda Bonini. «La mia nuova compagna – aveva spiegato – è all’antica come me. Dopo due famiglie non smetto di credere nell’amore perché se smetti di crederci non vivi più. E poi non sono uno che consuma l’attimo, ho bisogno di un futuro fatto di certezze... Mi definisco all’antica. E la mia nuova compagna la pensa esattamente come me».
Un amore maturo, fatto di cose semplici e spogliato di tutte le sovrastrutture. Capace di unire mondi distanti anni luce: lui cantautore tra i più amati e famosi, lei maestra elementare. Un amore all’antica, come diceva lui.
A breve saranno passati dieci anni dalla morte di Pino Daniele. Da quel 4 gennaio del 2015 quando la donna, disperata, aveva iniziato la corsa in auto da Magliano, paesino della Toscana in cui erano andati a vivere, a Roma, l’unico posto dove il cantautore voleva farsi curare. Attimi che ancora rivive con fatica e che ora, dopo tanto tempo passato a evitare i riflettori, la donna ripercorre nel nuovo libro di Pietro Perone: Pino Daniele. Napoli e l’anima della musica, dal mascalzone latino a GioGiò (Edizioni San Paolo 2024).
Ancora una volta, Bonini ha ribadito che la scelta di non andare in un ospedale vicino ma di puntare a Roma fosse stata del cantautore: «Pino era perfettamente cosciente e continuava a chiedere di salire in auto per raggiungere l’ospedale Sant’Eugenio di Roma – spiega —. Era convinto che solo l’équipe del suo cardiologo lo avrebbe salvato. Lui, e nessun altro, diceva, conosce le condizioni del mio cuore, sa come intervenire. Lo paragonava a quei meccanici che smontano e rimontano per anni lo stesso motore in cui altri non riuscirebbero mai più a raccapezzarsi». I ricordi si alternano ai tormenti: «Durante il drammatico viaggio, in cui ho guidato a velocità elevatissima, Pino è rimasto vigile, mi ha tenuto la mano per tutto il tempo, fino a quell’ultima doppia stretta, l’estremo saluto, il suo ciao».
E ancora: «Hanno detto che ho sbagliato ad assecondarlo, che dovevo impormi e aspettare l’ambulanza. Avrei provocato la sua ira e fatto precipitare la situazione. Piuttosto, ancora oggi non mi spiego perché dal Sant’Eugenio non sia partito un mezzo di soccorso cardio-assistito che ci venisse incontro... ho chiesto più volte di inviare un’ambulanza». Non è arrivata. Nel libro, Bonini ripercorre però anche i loro inizi: «L’ho conosciuto in un momento in cui era chiuso dentro di sé, si mostrava guardingo, come un pugile in posizione di guardia, deluso».
Presto però, questa insegnante dai capelli lunghi e biondi, rappresenta per Daniele una nuova possibilità. Vanno a vivere insieme. Prima a Roma: «Alle sei e trenta di mattina uscivo di casa per andare a scuola... Tornavo nel primo pomeriggio. Una situazione di normalità comune alla stragrande maggioranza delle coppie, ma inedita per Pino. Spesso mi chiedeva del mio lavoro, delle metodologie, in modo particolare quelle relative alla disabilità. Voleva conoscere le dinamiche, le difficoltà che vivevano le famiglie, il modo di approcciarsi dei bambini al mondo. Stava riassaporando il sale della vita di strada, quella della gente comune».
Una normalità che era poi un ritorno al passato per Daniele: «Gli piaceva molto questa sensazione – racconta Bonini —, era per lui un tuffo nelle sue origini. La dimensione della metropoli iniziava però ad andargli stretta: non sopportava il traffico, il trambusto sotto casa e dopo poco mi ha chiesto di andare a vivere con lui a Magliano, meno distante dalla mia scuola».
Sono mesi sereni, fatti di incontri spontanei, di cene in pizzeria, come quella che aveva in programma il 4 gennaio del 2015, con la nuova compagna e i figli di entrambi. Una pizzeria non blasonata, nemmeno in voga, dove perfino il proprietario, diventato nel tempo un suo amico, si chiedeva perché quella superstar scegliesse, tra tutti, di andare proprio da lui. Oggi le ceneri di Daniele sono lì, in quella cittadina sulle colline, sul punto più alto del piccolo cimitero di quel luogo speciale, in cui ha vissuto, felice e all’antica, con il suo amore.