Corriere della Sera, 11 dicembre 2024
Oggi De Gasperi sarebbe antipatico
Caro Aldo,
azzardo una considerazione: lei per il suo libro sulla Torino degli anni ‘50, ha potuto intervistare fior di intellettuali, selezionandoli accuratamente. Oggi, in un quadro politico (e culturale?) desolante sono per fortuna gli insospettabili ad aver innalzato il proprio livello intellettuale, e quindi quello complessivo del Paese. Non è raro che chi le sta seduto accanto in metro o in autobus, abbia letto dozzine o centinaia di libri, capace pure di riflessioni profonde. E guarda caso, sono spesso le stesse persone che mai si affaccerebbero in politica, o su palcoscenici pubblici; basti guardare i vertici della nostra classe politica, ma anche di quella americana e non solo.
Andrea Cortese
Caro Andrea
lei ha perfettamente ragione. Così come l’Italia appare a volte un Paese povero – basta mettersi in coda in un pronto soccorso o affrontare strade piene di buche – abitato da ricchi, verrebbe da dire che l’Italia è un Paese ignorante abitato da molte persone colte. Non è vero che la scuola è una fabbrica di ignoranza. Ci sono moltissimi insegnanti, tra cui tantissime donne, che trasmettono non solo nozioni ma strumenti per impararne altre, che comunicano interesse e amore per i libri, per le lingue straniere, per la scienza. Gli italiani poi, a cominciare dagli studenti, hanno un talento particolare nel riconoscere la passione autentica di chi crede in quello che dice e in quello che fa. Per questo molti insegnanti sono così amati e ricordati anche a distanza di generazioni. Il problema è che nel Paese nel suo complesso l’ignoranza è sovente considerata un valore. Guardiamo alla politica. Uno come Alcide De Gasperi, che citava Dante a memoria, che parlava il tedesco come l’italiano, che leggeva Cicerone in latino e Senofonte in greco, oggi starebbe antipatico a tutti, colleghi ed elettori. Forse De Gasperi non era simpatico neppure ai nostri padri e alle nostre madri. Eppure intuirono che quell’italiano di confine, quell’intellettuale austero era quanto serviva all’Italia, dopo le sparate di un fanfarone dalla cultura imparaticcia come Mussolini, oggi molto rimpianto. E dall’altra parte c’era un altro uomo di cultura come Togliatti, per quanto moralmente riprovevole, e c’era un personaggio luminoso come Pietro Nenni.