Il Messaggero, 10 dicembre 2024
La vita dorata degli Assad a Mosca, nel quartiere dei dittatori in esilio
Un tempo i leader dei Partiti comunisti stranieri in esilio a Mosca vivevano tutti insieme all’hotel Lux, in pieno centro sulla Ulitsa Tverskaja, a poche centinaia di metri dal Cremlino. Adesso gli ex potenti, “amici” deposti dell’ex Paese dei Soviet, si godono la pensione a Barvikha, borgo residenziale alle porte della capitale russa. Già 12 anni fa, quando il suo potere vacillava – prima dell’intervento militare in suo soccorso di Putin nel 2015 – correva voce cheAssad avrebbe trovato rifugio a Mosca. Del resto nell’esclusiva Barvikha c’è tutto quello che può piacere a sua moglie Asma a incominciare dai negozi extra-lusso e super selezionati. E uno dei loro tre figli ha pure discusso all’università Mgu, una quindicina di giorni fa, una tesi di dottorato in matematica. La Russia sembra proprio essere nel destino della famiglia al-Assad. Il capostipite, Hafiz, da giovane, fu addestrato dalle Forze armate sovietiche e diventò un fedelissimo del Cremlino a partire dal 1971, quando, con un golpe, diventò presidente della Siria.Da allora Mosca ha impostato la sua strategia geopolitica in Medio Oriente proprio sulle relazioni privilegiate con questa famiglia. Ecco perché Putin non poteva permettersi di lasciare nelle mani dei ribelli siriani un alleato del genere. Il boomerang, innescato da una tale scelta a livello internazionale, sarebbe stato troppo pericoloso. «Non abbandoniamo i nostri amici e connazionali» è uno degli slogan più ripetuti dal Cremlino. Putin è rimasto scosso dalle immagini televisive della morte, nell’ottobre 2011, del leader libico Gheddafi, linciato dalla folla a conclusione della locale “primavera araba”. Bashar al-Assad e la sua famiglia hanno ottenuto dalla Russia “asilo politico” in modo che potranno godere di protezione ed avere una vita tranquilla. Lo stesso accadde nel 2014 all’allora presidente ucraino Viktor Janukovich, in fuga da Kiev, dopo la vittoria dell’EuroMajdan e a membri del suo Esecutivo come l’ex premier Nikolaj Azarov.A Barvikha Janukovich si ritrovò come vicini i familiari dell’ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic, morto nel 2006 in un carcere in Olanda, dove era giudicato dal Tribunale del L’Aja per crimini contro l’umanità. In precedenza sua moglie, Mira Markovic, suo figlio Marko e il fratello Borislav si erano trasferiti a Mosca.Una uguale sorte da esiliato nella capitale russa l’ha avuta il presidente del Kirghizistan Askar Akayev, deposto nel 2005 dalla “rivoluzione dei tulipani”, noto per i suoi studi accademici. Dopo il crollo del Muro di Berlino, nel novembre 1989, il leader storico della DDR (che, però, aveva già lasciato il potere) Erich Honecker e sua moglie Margot volarono in Urss per evitare di finire sotto processo nella Germania unita. Ma, dopo il crollo della superpotenza comunista nel 1991, il primo presidente democratico russo post sovietico, Boris Eltsin, li consegnò alla giustizia tedesca. Dopo il passaggio della presidenza siriana tra padre e figlio nel 2000 per la morte di Hafiz, l’Occidente aveva posto speranze di democratizzazione del Paese arabo in Bashar, di professione oftalmologo, con lunghi studi in Gran Bretagna. Proprio a Londra aveva conosciuto sua moglie Asma, che è ancora cittadina britannica e si è laureata al King’s college in Informatica e Letteratura francese. «È molto inglese e sembra di non volere avere nulla a che fare con la Siria», disse di lei una volta un’amica nel 2021. Si pensava che la coppia in un primo momento destinata a vivere stabilmente a Londra, poiché il successore designato non era Bashar bensì il fratello maggiore Basil, morto in un incidente automobilistico – avrebbe utilizzato l’esperienza fatta nel Regno Unito per trasformare in positivo il proprio Paese d’origine. E invece non è stato così. Prima Asma fu descritta come “una rosa nel deserto” per poi diventare la “Imelda Marcos” di Siria (la moglie spendacciona del dittatore filippino Marcos, famosa per gli acquisti di scarpe). A lungo ammalata di tumore e poi di leucemia, la consorte di Bashar è stata descritta come una persona che vive una vita nel lusso più sfrenato ed è abituata a spendere centinaia di migliaia di dollari in mobili e in vestiti. Dopo lo scoppio della guerra civile la donna ha speso in acquisti online in negozi e boutique di Chelsea vere fortune. I gioielli sono la sua passione.Il Dipartimento di Stato americano stima la ricchezza degli al-Assad in 2 miliardi di dollari, parcheggiati in numerosi conti correnti, società di favore, offshore in paradisi fiscali. A Mosca, ad esempio, la famiglia possiede una ventina di appartamenti – alcuni nel distretto finanziario della capitale – del valore di 36 milioni di euro. Loro parenti hanno rilevanti investimenti nel settore immobiliare