Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  dicembre 10 Martedì calendario

I rischi per la salute a Calenzano

Alessandro Miani, presidente della Società italiana di medicina ambientale, quali sono i rischi per la salute?
«Una volta che l’incendio è stato spento, i pericoli sono legati alla ricaduta dei fumi a terra ed è fondamentale monitorare l’eventuale presenza di sostanze inquinanti come furani e diossine, che persistono a lungo nell’ambiente. Pensiamo alla Terra dei Fuochi dove, a distanza di decenni, le diossine sono ancora presenti nel latte materno. Naturalmente la situazione di Calenzano è completamente diversa».
Che cosa si può fare per proteggersi?
«È bene evitare di mangiare frutti o ortaggi raccolti nell’area dell’esplosione, finché non sono terminati i controlli di sicurezza. Inoltre consiglierei di lavare i pavimenti di balconi e terrazzi e, laddove siano stati esposti ai fumi, anche i vestiti».
Finestre chiuse, mascherine, chi ha potuto se ne è andato: sono reazioni giustificate?
«Nell’immediato sì, è corretto in presenza di un incendio chiudersi in casa o allontanarsi dal luogo colpito. Le mascherine ci proteggono da alcuni inquinanti, ma lasciano passare le particelle più piccole. Tutte queste precauzioni possono durare al massimo alcuni giorni: nel momento in cui Arpat, Protezione civile e autorità sanitarie dichiarano finita l’emergenza, si torna alla vita di prima».
I bambini possono andare a scuola?
«Se le scuole sono aperte, significa che non ci sono rischi. È importante non farsi prendere dal panico: i monitoraggi sulla qualità dell’aria, dell’acqua e del suolo vengono fatti secondo specifici protocolli e i risultati sono poi riferiti alle autorità locali, che diramano eventuali raccomandazioni alla popolazione».
C’è il pericolo di intossicazione?
«Sì, ma in questo caso ha riguardato soltanto i lavoratori presenti nell’impianto, che sono già ricoverati in ospedale. Durante un’emergenza spesso si creano timori immotivati, con il rischio di intasare i Pronto soccorso per problemi inesistenti. Se non si avvertono sintomi come difficoltà respiratoria, mal di testa e irritazione delle mucose si può stare tranquilli».