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 2024  dicembre 09 Lunedì calendario

Sgarbi, il Mart e la Venere fake: 11 euro per ammirare un clone

“Poi, davanti la Venere, tutto diventa silenzio ipnotico e onirico”. Così scriveva il signor Alberto il 4 settembre 2021 trovandosi di fronte alla Venere Pudica, quella col fondo nero e nessuna conchiglia che da quattro mesi campeggiava su locandine e cataloghi della mostra Botticelli. Il suo tempo ideata da Vittorio Sgarbi al Mart di Rovereto che presiede. Non sapeva, Alberto, di trovarsi in realtà davanti un “clone” del dipinto che era stato realizzato solo pochi giorni prima da un macchinario industriale, ma soprattutto 531 anni dopo l’originale del più celebrato pittore del Rinascimento. Il “silenzio” si era inghiottito anche questo piccolo dettaglio.
La mostra era nata da un’idea di Sgarbi e di Eike Schmidt come pot-pourri di contaminazioni tra classico e contemporaneo ed era prevista tra il 22 maggio e il 29 agosto 2021. Il pezzo forte, sicuramente il più iconico, era appunto la Venere prestata dai Musei Reali di Torino e scelta come immagine del catalogo, dei manifesti, di locandine e gadget.
L’esposizione fu un successo tale che fu prorogata di un mese, fino al 26 di settembre 2021. Ma attenzione. Dal 30 agosto la Venere originale era stata sostituita da una riproduzione senza che i visitatori, muniti di biglietto di ingresso da 11 euro, venissero avvertiti. Perfino oggi, del resto, la pagina ufficiale del Mart sulla mostra, aggiornata con la data di chiusura del 26 settembre e dunque a sostituzione avvenuta, pubblicizza “la Venere della Galleria Sabauda di Torino”, neppure un accenno al clone frutto del cambio in corsa.
L’accordo di prestito con i Musei Reali era per la durata della mostra, fino al 29 agosto 2021. Siccome il pubblico accorre numeroso, il Mart decide di prolungarla fino al 26 di settembre. Ma quell’opera il 29 agosto torna a Torino, al secondo piano delle Gallerie Sabaude. Come riempire il vuoto?
Vittorio Sgarbi la soluzione ce l’ha: mette in moto la sua personale “fabbrica dei cloni”, dai cui macchinari erano usciti la copia del Rutilio Manetti messa in mostra a Lucca al posto dell’originale rubato, e quella del Valentin De Boulogne sequestrato sulla via di Montecarlo, diretta alla vendita all’estero ma senza autorizzazione. Così il Mart commissiona alla G-Lab di Correggio l’ennesimo clone della serie.
Lo conferma Samuele De Pietri, uno dei due fratelli titolari di G-Lab. “Vittorio mi chiese di correre a Rovereto per fare l’acquisizione digitale dell’originale e produrre in fretta e furia la copia. Feci il preventivo il 6 agosto e il 30 la nostra riproduzione era lì. La montammo la sera stessa, proprio nello spazio lasciato da quella di Torino, senza modificare nulla. Giusto la cornice era diversa, come si vede dalle foto”. Anziché la cornice di legno originale, con motivi floreali, una striata.
Esibisce una fattura da 6.319 euro al Mart datata 16 settembre 2021: “Riproduzione 3D del dipinto “Venere” di Sandro Botticelli, dimensioni 1,74×0,77 mt, supporto stampa su tela, fornita tensionata in telaio con cornice e consegnata presso il Mart di Rovereto il 30 agosto 2021”. I Musei Reali di Torino confermano il rientro dell’originale alla Galleria Sabauda il 29 agosto, “come da contratto di prestito”.
Quanto alla riproduzione “a seguito di richiesta formale da parte del Direttore del MART, è stata autorizzata l’esecuzione di riprese ad alta definizione del dipinto e l’uso della relativa immagine per la realizzazione di una riproduzione in scala 1:1 su tela, con cornice, da esporre al pubblico fino al 26 settembre 2021. La riproduzione è stata poi consegnata ai Musei Reali al termine dell’esposizione ed è attualmente conservata nei depositi della Galleria Sabauda. In ogni forma di divulgazione e comunicazione, i Musei Reali hanno formalmente richiesto di menzionare il copyright”.
Ma dove era indicato ai visitatori paganti che potevano ammirare una copia a stampa? Il direttore del Mart Diego Ferretti risponde che almeno una targhetta c’era, e invia la didascalia realizzata appositamente dal grafico con la dicitura “riproduzione da Botticelli” e “facsimile realizzato da GLab-Graphiclab”. Nelle foto però non si vede. “Per quanto ricordo le didascalie erano fuori dalla prima struttura grigia dell’allestimento, quindi fuori dal campo delle foto”, figurarsi da quello visivo. Se non si può dubitare della sua parola, resta inspiegabile come sui canali ufficiali del Mart venisse pubblicizzato ancora l’originale. Il 20 settembre Francesca D. posta la foto: “Sandro Botticelli al Mart di Rovereto!”. Evidentemente certa che stesse ammirando l’originale, che invece era già a Torino. Non una riproduzione realizzata solo 20 giorni prima e ben 531 anni dopo.
t.mackinson@ilfattoquotidiano.it