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 2024  dicembre 09 Lunedì calendario

Il raìs evita il linciaggio

Le voci e le ipotesi con varie coloriture si sono rincorse per alcuni giorni. Anche ieri si ipotizzava di una sua fuga. In tarda sera una fonte del Cremlino dissolve ogni dubbio: «Il deposto presidente siriano Bashar al Assad è arrivato a Mosca con i familiari e la Russia ha concesso loro asilo».Il provvedimento, reso noto dalle principali agenzie russe, dalla Tass alla Rie Novosti, è stato adottato «sulla base di considerazioni umanitarie» spazzando via così una vorticosa giostra di illazioni che ha accompagnato la fuga del dittatore siriano.I dubbiLe prime indiscrezioni si erano diffuse già sabato quando i ribelli erano ormai nelle vicinanze della capitale siriana, da dove erano stati respinti oltre sei anni fa. Una fonte anonima citata dalla Cnn aveva dichiarato che di Assad non c’era alcuna traccia in tutta Damasco e la guardia presidenziale non era più schierata a difesa della residenza abituale. Ma poco dopo l’ufficio presidenziale siriano aveva negato che Assad avesse lasciato il paese, accusando gli organi della stampa internazionale «di diffondere voci e notizie false». Ma la disperata manovra di «controinformazione» tentata dagli uomini del dittatore si è subito scontrata con le evidenze documentate da filmati messi in rete che mostravano l’ingresso dei ribelli nei palazzi del potere di Assad, che aveva eletto a proprio quartier generale l’area sul monte Mezzeh, poco distante dall’aeroporto militare. Immagini che hanno immortalato saccheggi di ogni genere (dalle stoviglie alle borse), devastazioni, quadri e mobili gettati in terra, e il rogo della sala dei ricevimenti.
Nessun dubbio che dopo 54 anni di spietato regime degli Assad, il dittatore fosse fuggito. Ma quando e dove? Diverse le ipotesi sul primo interrogativo. Secondo alcuni il presidente aveva lasciato il paese quando la situazione era ormai irreversibile e lo aveva fatto sotto la protezione russa; altri sostenevano invece che l’ormai “quasi deposto” despota siriano si fosse diretto verso la zona nord occidentale roccaforte della setta alawita da cui discende la dinastia degli Assad. Quale la possibile destinazione della fuga? Mosca o Teheran?L’aereo scomparsoE insieme a queste domande rimaste per ore senza risposta, circolavano altre notizie in qualche caso corredate di dettagli impossibili da verificare sul momento. E allora, si è cominciato a parlare di un aereo partito poco dopo le due di notte dall’aeroporto di Damasco che prima si è diretto verso est per poi andare in direzione della costa prima di affrontare un’improvvisa conversione a “U” in prossimità della città di Homs, documentata dai tracciamenti del volo, prima di scomparire dai radar. E questo ha alimentato per tutto il giorno il dubbio che fosse quello l’aereo su cui viaggiava il presidente che se così fosse stato – sarebbe morto in un incidente. Secondo altre voci invece il presidente si sarebbe diretto a Latakia, sede di una base aerea della Russia. Ipotesi apparsa subito più verosimile anche alla luce delle dichiarazioni rilasciate dal ministero degli esteri di Mosca secondo cui «a seguito di negoziati tra Assad e partecipanti al conflitto armato sul territorio della Siria, ha deciso di dimettersi e ha lasciato il paese dando istruzioni per un pacifico trasferimento del potere», negoziati a cui 
- precisa la nota – la Russia non ha partecipato. E poco dopo i ribelli hanno messo in rete un filmato che ritrae l’ormai ex primo ministro di Assad Mohamed al Jalali, scortato da combattenti di Hts per coordinare con loro la transizione.A salvare Bashar al Assad è dunque ancora una volta la Russia di Vladimir Putin, l’alleato che più di altri ha sostenuto nei decenni scorsi il regime nella sanguinosa guerra interna che ha causato oltre cinquecentomila morti, distrutto l’economia del paese, provocato la fuga dalla Siria di oltre un milione e mezzo di disperati, lasciandoli senza casa. E qualcuno già definisce la destinazione del dittatore «una nota a piè pagina» nella Storia.