il Giornale, 9 dicembre 2024
Perché non si parla di "maschicidio"?
Gentile Direttore Feltri, a Nettuno, Roma, una donna ha ammazzato l’ex. I giornali hanno dato la notizia, ma chissà perché, quando la violenza è usata dalla donna contro l’uomo, tendiamo a passarci sopra, a dare poco rilievo ai fatti, quasi a pensare che, in fondo, lui si sia in qualche modo meritato quello che ha subito. Lei ha questa stessa impressione?
Giacomo Pastore
Caro Giacomo,
non si tratta di una mera impressione, bensì di un modo collettivo di pensare e di vedere la realtà. Fare della violenza qualcosa che appartiene esclusivamente al genere maschile ci porta a non essere giusti ed equi, in quanto essa non è affatto appannaggio del maschio il quale la agisce ai danni della femmina, piuttosto è insita in ogni essere umano, quantunque la sinistra insista con questa narrazione deformante del maschio, tesa ad avvalorare lo stereotipo dell’uomo pericoloso, brutale, molestatore, ma anche inquinatore, dominatore, inventore di ogni tipo di sopraffazione. Insomma, il politicamente corretto impone di assumere questo atteggiamento di ostilità e di critica feroce nei riguardi del genere maschile tutto, fomentando la guerra tra i sessi e soprattutto trasformando lui in un carnefice perfetto, che non può mai, in nessun caso, essere bersaglio di odio e violenza, essendone generatore. Brutti tempi corrono per noi maschietti. E sembra che tali tendenze stiano addirittura peggiorando, finiremo con l’essere giustiziati in pubblico senza processo, soltanto su segnalazione di qualche signora.
La donna di cui scrivi nella tua lettera era conosciuta sia ad Anzio, dove gestiva un bar insieme all’ex marito macellato, che a Nettuno per i suoi modi poco cortesi, ricorrendo agli eufemismi, verso il coniuge, che veniva maltrattato da sempre. L’omicidio non è che l’apice di una spirale di angherie, umiliazioni, sopraffazioni, violenze verbali e fisiche che hanno appunto raggiunto il punto culminante con l’accoltellamento dell’uomo, che era pure padre di una bimba di sette anni, nata da questa relazione malata, bambina che ora si ritrova orfana, avendo il babbo al cimitero e la mamma in carcere. Dobbiamo domandarci perché la violenza femminile sugli uomini non venga indagata in Italia. Non esistono dati approfonditi sul fenomeno, numeri, statistiche, ma questo non significa che non esista. Si tratta di una tipologia di crimine sostanzialmente sommersa, purtroppo, a causa di un sentimento di vergogna che provano gli uomini nel dichiararsi vittime di mani femminili. Essi, per di più, sanno che molto difficilmente verranno creduti, più agevole che vengano derisi, proprio a causa del pregiudizio che vuole lui sempre reo e mai martire, sempre abusante e mai abusato. Quando vengono registrate cronache come questa, che contraddicono preconcetti cristallizzati e difesi strenuamente dalla sinistra, è molto più comodo fischiettare, girarsi i pollici e non commentare. Fingere dunque che questi fatti non siano avvenuti.
Caro Giacomo, non vedrai mai gente scendere in piazza in difesa del maschio vituperato. Rassegnati. Egli sarà ancora fatto oggetto e bersaglio di odio e di ferocia e questa sarà considerata, come tu rilevi, opera buona e giusta. Oggi è virtuoso dare addosso al maschio.
E chi intende accreditarsi in certi ambienti e circoli conviene che aderisca a tale visione e si adegui a tale prescrizione morale, a prescindere dal suo sesso. Grave parlare soltanto di «femminicidio» e non parlare anche di «maschicidio» quando ad ammazzare lui, nell’ambito di una relazione di coppia, è lei. La parità dovrebbe consistere pure in questo. Non trovi?