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 2024  dicembre 09 Lunedì calendario

Esce il nuovo Wallace & Gromit

In un’epoca in cui per creare un’immagine o addirittura un filmato basta chiederlo all’Intelligenza Artificiale, i film della Aardman Animation, studio nato nel 1972 a Bristol in Inghilterra per dedicarsi ai film realizzati animando a mano la plastilina, rappresentano quasi un atto di resistenza. Dopo aver portato su Netflix il Natale scorso il sequel di Galline in Fuga, i geni dell’animazione in stop motion vi ritorneranno a deliziare il pubblico il 3 gennaio 2025 con la commedia Wallace & Gromit: Vengeance Most Fowl. È un nuovo lungometraggio per il duo composto da Wallace, inventore incallito di congegni elaborati e strampalati che spesso non funzionano come dovrebbero, e Gromit, il suo cane silenzioso ma espressivo che sovente subisce ma poi deve togliere le castagne dal fuoco, già protagonisti di quattro cortometraggi e di un film, La maledizione del coniglio mannaro, (2005). «Wallace non è mai stanco di tirare fuori dal suo cilindro qualche strana idea», spiega il supervisore all’animazione Will Becher, «e così stavolta pensa di creare Norbot, un nano da giardino robot per aiutare Gromit nel giardinaggio. L’automa impara in fretta, e diventa popolare nel vicinato, ma dopo una serie di furti nei giardini intorno, Wallace e il suo robot diventano gli indiziati principali. Presto scopriranno che dietro tutto questo si cela un piano del pinguino criminale Feathers McGraw, che qui fa il suo ritorno».Dopo il buco nell’acqua al box office con il film in animazione computerizzata Giù per il tubo nel 2006, e il ritorno alla tradizione della plastilina, Aardman insieme al suo guru e co-regista del film Nick Park (dirige con Merlin Crossingham), scelgono un messaggio antitecnologico, in un’era in cui siamo invasi dalla tecnologia. «In realtà il film spiega come la tecnologia possa mettersi di traverso nella comunicazione e nell’amicizia», dice Becher «ma noi stessi la utilizziamo, per esempio per stampare in 3D lo scheletro dei pupazzi o per realizzare con la computer grafica quegli effetti speciali, per esempio l’acqua, impossibili da realizzare a mano. La tecnologia può essere utile, ma deve essere usata in modo appropriato e non quando non è necessario. Come per questa storia, in cui lo stile di Nick Park richiede l’animazione con la plastilina». Che vuol dire creare una posa o una smorfia dei personaggi a mano, fotografarla, e poi realizzare il fotogramma successivo: un lavoro certosino che ha impiegato 30 animatori in grado di creare, ciascuno, 5 secondi di film ogni settimana, in totale 2 minuti e mezzo. «Ci vuole grande pazienza anche se mentre lavori la passione finisce per farti perdere la cognizione del tempo», dice Becher. «I nostri personaggi, modellati a mano, devono recitare un po’ come gli attori al cinema: la fotocamera è talmente vicina che basta un’espressione minima per recitare: un linguaggio essenziale appannaggio solo di artisti esperti»