Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2024  dicembre 09 Lunedì calendario

I quarant’anni di Auditel strumento di democrazia

Fondata nel 1984, Auditel ha compiuto i suoi primi 40 anni. In quattro decenni, la società che misura gli ascolti della tv ha rappresentato uno specchio, ma anche un cruciale fattore di trasformazione dell’intero sistema mediale nazionale. Attraverso una molteplicità di sguardi e di metodologie, un libro ne ricostruisce ora la storia e la funzione basilare: «L’Italia secondo Auditel. Quarant’anni di ricerca sul pubblico della Tv e dei Media», a cura di Massimo Scaglioni (Il Mulino). 
All’inizio, Auditel aveva destato non poche polemiche perché una visione moralistica (è impossibile, si diceva, misurare la «qualità») si opponeva con fermezza a un discorso tecnico, a una riflessione oggettiva. Ma Auditel non è solo uno strumento che permette di monitorare gli ascolti; è qualcosa di più, qualcosa che influisce sul modo di concepire e di fare televisione. Con questo strumento si esce da una fase imperniata su dettami ideologico-umanistici – la nozione del servizio pubblico, con i programmi fatti per «il bene del paese» – e si va incontro a un mercato libero, con parametri laici e oggettivi. Come giustamente scrive Andrea Imperiali, il presidente che ha portato la società ai più alti livelli internazionali, «se fino a ieri si pensava che i sistemi di rilevazione degli ascolti contribuissero solo a stabilire una misura del ritorno degli investimenti pubblicitari, oggi (più che mai) sono diventati un presidio fondamentale della concorrenza e della democrazia digitale».
Il volume si avvale di prestigiosi contributi, da Jérôme Bourdon a Giuseppe De Rita, da Giacomo Lasorella a Lorenzo Sassoli De Bianchi, da Cécile Méadel a Pier Luigi Celli, solo per citarne alcuni, per descrivere come si sono evolute le preferenze e i gusti in relazione al mezzo di comunicazione più diffuso e che, ancora oggi, raccoglie ogni giorno oltre 40 milioni di contatti.
Massimo Scaglioni si incarica di dare una veste culturale ai consumi televisivi, di analizzare in una prospettiva di rigorosa indagine scientifica un patrimonio di conoscenza che ci permette di capire non solo l’evoluzione del mezzo ma anche quella della platea televisiva e quindi dell’Italia contemporanea. Auditel è anche una tutela del panorama audiovisivo attuale, in delicato equilibrio tra concorrenza, trasformazione dei televisori e ruolo delle piattaforme digitali.