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 2024  dicembre 08 Domenica calendario

Biografia di Samuele Carrino

Sette milioni e mezzo di euro di incasso, 1.148.353 spettatori, al secondo posto del box office. Questi i dati Cinetel di venerdì, già da aggiornare visto che, a un mese dall’uscita con Eagle Pictures, continua a essere in programmazione in circa 400 sale. È Il ragazzo dai pantaloni rosa di Margherita Ferri, caso cinematografico dell’anno, maggior incasso italiano del 2024, sopra Parthenope di Sorrentino e Un mondo a parte di Milani. Un successo, inaspettato nelle dimensioni, celebrato pochi giorni fa alle Giornate professionali di cinema di Sorrento, spinto dal pubblico più ricercato da distributori e esercenti, quello dei giovanissimi. Come il protagonista, Samuele Carrino, 15 anni, leccese di Gallipoli, chiamato a interpretare, al suo esordio, un ruolo delicato. Quello di Andrea Spezzacatena, morto suicida il 12 novembre 2012. Aveva 15 anni. La madre, Teresa Manes, scoprì che da tempo era vittima di un gruppo di bulli. Lo ha raccontato in un libro alla base della sceneggiatura di Roberto Proia. 
Come sei stato scelto? 
«Ho fatto un provino ma non conoscevo la storia di Andrea, ho chiesto a mia madre e mi ha mostrato un video di Teresa. Ho pianto, mi ha fatto stare male. Aveva la mia età. Come si può arrivare a questo? Se mi prendono, mi sono detto, ci metterò anima e cuore. Pensavo di essere pronto». 
Invece? 
«Pronto a tutto, meno che all’incontro con lei. È venuta sul set, ho incrociato i suoi occhi, mi sono presentato, piacere Sam... E non sono riuscito a andare avanti. Ci ha pensato Teresa a rendere le cose semplici. E dopo mi ha detto che ha rivisto Andrea in me, il complimento più grande». 
Mai incrociato, da testimone o vittima, atti di bullismo? 
«No. Ma vorrei dare un consiglio: non restare indifferenti. Se vedi qualcuno in un angolo, isolato, cerca di aprire un varco, prova a renderlo partecipe, a inserirlo. E a chi viene bullizzato di non stare in silenzio, di trovare qualcuno con cui parlare. Perché quello che ha ucciso Andrea è stato il silenzio». 
Fu preso di mira per i pantaloni rosa, frutto di un lavaggio sbagliato, con cui volle andare a scuola. All’anteprima romana, ci furono fischi e persino gli insulti omofobi di alcuni ragazzi. Cosa hai pensato? 
«Avrei invitato sul palco quelli che hanno urlato gli insulti. Sono rimasto deluso, poi ho pensato che la cosa buona è che i bulli sono usciti allo scoperto, li hanno visti tutti. A volte ci si comporta così per un disagio. Vorrei dirgli di immedesimarsi. Pensi che sia un gioco, prendere in giro qualcuno, ma può diventare un tormento». 
Con i social è più facile? 

«Possono essere pericolosi, basta mettere un like, pensando che sia una cosa da nulla, e diventa un gruppo intero contro una persona. Però su Tik Tok è partito un trend con i video di prima e dopo la visione, dove ci si mostra commossi. È l’esempio di come si possono usare bene i social». 
Le reazioni che ti hanno stupito di più? 
«Abbiamo fatto tante proiezioni con il pubblico, ragazzi, professori, adulti, sempre sentivo singhiozzare: vuol dire che il film arriva e dà il messaggio giusto. I figli invitano i genitori a vederlo. A Gallipoli dove sono nato, alcuni ragazzi si sono uniti e hanno denunciato alla preside che erano bullizzati». 
C’è differenza tra maschi e femmine? 
«Forse i ragazzi si vergognano di più a mostrare le emozioni. Ma è importante quello che rimane dentro. La gente tende a giudicare dalle apparenze senza conoscere. Ma come dice Teresa, che oramai è parte della mia vita, come Claudia Pandolfi che la interpreta: “Ho commesso sicuramente degli errori con mio figlio, ma permettergli di indossare dei pantaloni rosa non è stato tra quelli”. È il cartello che chiude il film. Chi l’ha visto porta un pezzo di Andrea nel cuore. Ha cambiato qualcosa, ne sono certo». 
Continuerai a fare l’attore? 
«Lo spero. Per fortuna i miei genitori hanno capito che era importante, siamo venuti a Roma. Mia sorella, 16 anni, canta, era tra i 46 selezionati di Sanremo Giovani. Con la scuola, il liceo economico e sociale, mi organizzo. Gioco nella nazionale attori. Centrocampista. E quando scendo a Gallipoli vado a pescare con mio zio»