Corriere della Sera, 8 dicembre 2024
L’uomo che ha versato un milione agli influencer rumeni
Nome in codice Bogpr, per mesi si è presentato su TikTok a volto coperto. Ma i tentativi di mantenere segreta la sua identità sono naufragati due settimane fa, quando il quotidiano Gandul lo ha identificato come Bogdan Peschir: era il 25 novembre, il giorno dopo il primo turno delle elezioni presidenziali romene, annullato dalla Corte costituzionale anche – se non soprattutto – a causa sua: questo trentacinquenne, ex programmatore in aziende legate alle criptovalute, è il principale sospettato del finanziamento illegale della campagna social del sovranista Calin Georgescu, l’uomo dietro l’exploit di questo candidato, passato in poco tempo da politico semi sconosciuto a sorprendente vincitore del primo round.
Secondo i documenti dell’intelligence desecretati la scorsa settimana, Peschir avrebbe utilizzato il suo account per fare «donazioni» per oltre un milione di euro a influencer contattati da una società sudafricana che si occupa di marketing on line. A ciascuno di loro venivano versati mille euro per pubblicare un video che avrebbe dovuto toccare alcuni argomenti cari alla campagna elettorale di Georgescu.
Il social cinese ha confermato all’intelligence il ruolo che Peschir ha avuto nel finanziare la promozione di Georgescu: ha parlato di pagamenti per un valore di 381 mila dollari soltanto nel mese prima del voto, anche dopo la fine della campagna. «Si tratta di violazioni delle politiche di TikTok e della legislazione elettorale romena», hanno chiarito i servizi. Alla fine anche Peschir ha dovuto ammettere di aver elargito denaro agli account pro Georgescu, ma ha negato di avergli fatto versamenti diretti. «Non ho finanziato una campagna, ho donato a diversi tipi di account TikTok senza chiedere loro favori o condizionare queste donazioni al loro orientamento politico» si è difeso.
Di recente si è paragonato a Elon Musk (e del resto Georgescu si è definito il «Trump romeno»): «Sono un imprenditore e un investitore. Non conosco personalmente Georgescu. Il mio sostegno per lui è del tutto volontario. Non penso di fare nulla di immorale per sostenere una campagna in cui credo. Anche Elon Musk ha sostenuto Trump negli Usa con più di 100 milioni di dollari». Peccato che nel caso del patron di Tesla si tratti di donazioni trasparenti.
Soprattutto Peschir non riesce a spiegare cosa alimenti tanta generosità: da dove provengano i soldi, insomma.
Un documento dei servizi menziona che il giovane mostra un tenore di vita a cinque stelle (nel suo garage ha una Bmw e una Porsche Cayenne ma si muove sempre in taxi) «che non corrisponde alle attività svolte tramite l’azienda di sua proprietà». Si tratta della Digital On-Ramp Solutions Srl, costituita nel 2021 e mai decollata. «Volevo fare un progetto di digitalizzazione per la Romania, ma qui non vogliono fare nulla di utile per via del sistema corrotto», racconta.
Ora si stringe il cerchio intorno a lui: ieri agenti speciali incappucciati e forze di polizia hanno ispezionato la sua villa a Brasov, la «città dei vampiri» in Transilvania, e anche il suo domicilio legale e la sede della sua società fantasma.
Al sospetto che sia un tramite con Mosca lui risponde che il suo unico legame con la Russia è