Corriere della Sera, 8 dicembre 2024
Riapre Notre-Dame
Cinque anni e mezzo dopo il drammatico incendio che il 15 e il 16 aprile 2019 aveva rischiato di distruggere Notre-Dame, la cattedrale di Parigi è stata riaperta ieri sera con una solenne cerimonia alla presenza di decine di capi di Stato del mondo intero e di 2.500 persone in totale tra operai, artigiani, pompieri e artefici della ricostruzione.
«Sono qui davanti a voi per esprimere la gratitudine della nazione francese a tutti coloro che hanno salvato e ricostruito la cattedrale. Ognuno è stato indispensabile», ha dichiarato il presidente Emmanuel Macron.
Il papa Francesco non ha accolto l’invito di Macron a partecipare alla cerimonia, nonostante le ripetute insistenze dell’Eliseo. Il Pontefice preferisce visitare la periferia dell’Europa e non le grandi città, i luoghi di solito trascurati e non le capitali che darebbero alle trasferte il carattere di visite di Stato.
Il messaggio del PapaCosì la prossima settimana sarà per la prima volta ad Ajaccio in Corsica, e ieri ha preferito essere presente a Notre-Dame non di persona ma con un messaggio inviato all’arcivescovo Laurent Ulrich e letto dal nunzio apostolico Celestino Migliore: «Notre-Dame che riapre le porte sia un segno di rinnovamento per la Chiesa di Francia. Sono certo che le porte di Notre-Dame saranno spalancate per tutti e che saranno accolti generosamente e gratuitamente, come fratelli e sorelle». In questo modo il Papa è entrato – chiudendola – nella polemica sull’eventuale biglietto di ingresso (5 euro) auspicato dalla ministra francese della Cultura, Rachida Dati. Niente biglietto.
Il presidente della Repubblica ha usato parole solenni per sottolineare la grandezza dell’impresa: Notre-Dame ha rischiato di essere totalmente distrutta dalle fiamme, è rimasta gravemente ferita ma si è salvata grazie all’eroismo dei pompieri, ed è stata poi accudita e guarita grazie agli sforzi straordinari di tutta una nazione. «Abbiamo riscoperto ciò che le grandi nazioni possono fare: raggiungere l’impossibile. Abbiamo scelto la reazione d’orgoglio, la volontà, la rotta della speranza. E una fraternità senza precedenti». Macron ha ringraziato tutte le categorie di lavoratori che hanno reso possibile l’impresa di riaprire la cattedrale in soli cinque anni e mezzo – termine che sembra irrealistico – e ha espresso un ricordo speciale per il generale Jean-Louis Georgelin, che ha guidato l’opera di ricostruzione ma non ha potuto vedere il risultato perché scomparso a 74 anni in un incidente in montagna nell’agosto 2023.
I leader mondialiCirca cinquanta capi di Stato e di governo hanno assistito alla cerimonia, tra i quali il leader americano Donald Trump seduto alla destra di Macron e quello ucraino Volodymyr Zelensky, accolto dagli applausi, seduto accanto a Laura Mattarella, la figlia del presidente italiano posto in prima fila. Trump e Sergio Mattarella si sono stretti la mano e hanno avuto una breve conversazione prima di prendere posto.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è stata accolta a Notre-Dame da Macron e dalla première dame Brigitte, che ha baciato cordialmente la premier italiana. Molti sorrisi fra i tre e qualche battuta scambiata in italiano davanti ai fotografi. A sorpresa anche Elon Musk, l’uomo più ricco del mondo, capo di Space X e Tesla e soprattutto ormai il finanziatore e braccio destro di Trump, è venuto a Notre-Dame e si è scattato selfie con i presenti in attesa dell’inizio della cerimonia.
Tra gli invitati c’erano ovviamente i presidenti della Repubblica emeriti Nicolas Sarkozy (2007-2012) e François Hollande (2012-2017), accompagnati dalle mogli Carla Bruni-Sarkozy e Julie Gayet. Le due coppie erano sedute vicine e in particolare François Hollande sedeva accanto a Carla Bruni che notoriamente lo detesta, da quando lui mancò di riaccompagnarla all’auto nel cortile dell’Eliseo dopo avere preso il posto di Sarkozy il giorno dell’investitura alla presidenza della Repubblica, il 15 maggio 2012.
Thierry Escaich, Olivier Latry, Vincent Dubois e Thibault Fajoles hanno partecipato al «risveglio» e alla benedizione dell’organo più grande di Francia e vecchio di tre secoli, che era stato risparmiato dall’incendio ma era stato ricoperto di polvere e di residui di piombo e che ieri ha risuonato per la prima volta dopo l’incendio. Le sue 8.000 canne hanno dovuto essere smontate, pulite, rimontate e accordato. Per otto volte, l’arcivescovo Ulrich si rivolge all’organo dicendo «Svegliati, organo, strumento sacro, canta la lode di Dio». Terminata l’invocazione, gli organisti rispondono con una strofa musicale.
Il presepe napoletanoViene invece dall’Italia il presepe della cattedrale, il grande presepe settecentesco napoletano di oltre 150 figure, raccolto nel corso di tutta una vita dal collezionista Alberto Ravaglioli, scomparso lo scorso anno. Il presepe è opera soprattutto delle due botteghe artigiane dei Fratelli Sinno e di Biagio Roscigno. Il complesso, che resterà esposto fino a febbraio, è stato realizzato per iniziativa dell’associazione Grandi eventi culturali, sotto l’egida dell’ambasciatrice francese presso la Santa Sede, Florence Mangin, e dell’ambasciatrice d’Italia a Parigi, Emanuela D’Alessandro, con il contributo dell’Istituto italiano di cultura.
La cerimonia avrebbe dovuto svolgersi in parte all’aperto, sul sagrato davanti alla cattedrale, ma le previsioni di pioggia e vento molto forti hanno spinto ad annullare questa parte dell’evento. Anche il discorso del presidente Emmanuel Macron, previsto in un primo momento all’aperto anche per rispetto della laicità dello Stato e del carattere sacro della cattedrale, è stato pronunciato al suo interno. Il concerto degli artisti all’aperto è stato registrato un giorno prima e mandato in onda ieri sera. Tra i presenti Clara Luciani, Vianney, Garou e Pharrell Williams. Finita la cerimonia, cena di gala all’Eliseo con i leader mondiali tra i quali Mattarella e Meloni.