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 2024  dicembre 08 Domenica calendario

Cronaca dalla consegna degli Ambrogini d’Oro

Ma è la cerimonia degli Ambrogini d’Oro, massima onorificenza meneghina, o la fiera dell’antifascismo militante? Il Teatro dal Verme diventa la cornice di una fiera partigiana (rossa) monopolizzata dalla sinistra – che sì amministra la città ma trattasi pur sempre di evento istituzionale – nel giorno di Sant’Ambrogio.
Ed è pieno di foulard dell’Anpi in platea, perché la sfilza di premiati legati a quel mondo, oggi sfruttato alla massima potenza in funzione anti-governativa (della serie: contro i fascismi di ieri e di oggi) è lunghissima.
E così tocca al sindaco, Beppe Sala, aprire le danze dopo il silenzio dell’anno scorso. Il ricordo di Paolo Pillitteri e gli elogi all’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (premiato con la Grande Medaglia d’Oro), con quest’ultimo che diventa il gancio per attaccare il centrodestra («noi vogliamo continuare ad essere una città aperta e accogliente» e «questo premio è la risposta di Milano a chi non studia e, invece, vive di slogan, di invettive, senza mai rendersi conto della responsabilità di dare qualche risposta di visione e di concretezza alla nostra fame di comunità») e per introdurre il menu della mattinata, il già citato antifascismo militante («Cerchiamo di vivere da staffette del nuovo mondo, come fece Sandra Girardelli, che non a caso premiamo oggi»).
Poi è la volta del presidente del Consiglio comunale, Elena Buscemi, che indossa per il solo tempo del suo intervento l’abito color porpora realizzato dagli studenti dello Ied a partire da un bozzetto della casa di moda Finzi, i cui proprietari, i fratelli Edgardo e William, furono deportati e assassinati nei campi di sterminio in quanto ebrei.
La parola fascismo risuona per ben quattro volte e l’antisemitismo, oggi dilagante a sinistra, sembra declinato come sentimento unicamente “di destra”, quando in verità negli ultimi settant’anni sono cambiate un bel po’ di cose. Immancabile, poi, il ringraziamento all’Anpi. E poco importante che oggi sia avanguardia pro Palestina che vede in Israele il responsabile di un genocidio...
L’apice, però, si materialiazza a metà cerimonia.
Quando è il turno di Sandra Gilardelli, 99enne testimone e protagonista della Resistenza italiana (è stata staffetta con la responsabilità di consegnare lettere e comunicazioni al Comitato di Liberazione Nazionale), parte il coro dallo spicchio occupato dagli antagonisti del Sant’Ambroeus Fc (premiati con l’Attestato), la squadra di calcio popolare creata dai centri sociali (le riunioni si tenevano al Lambretta...) e formata da migranti: «Ora e sempre resistenza!». Il Dal Verme diventa uno stadio. «La Medaglia d’Oro mi ha commosso perché non me lo aspettavo. Spero di essermela meritata. Solo quello chiedo. Me la sono meritata? Non lo so. I valori della Resistenza in me sono vivi ogni giorno», spiegherà Gilardelli al termine della cerimonia.
E gli applausi, scroscianti, riecheggiano ancora più forte se paragonati al momento della premiazione di Roberto Cenati, l’ex presidente dell’Anpi provinciale di Milano dimissionario per frizioni insanabili coi vertici nazionali sull’uso della parola “genocidio” riferita proprio al conflitto israelo-palestinese. Nessun sussulto per lui, nonostante i suoi 13 anni di impegno.
«Un termine che non condividevo e non condivido tuttora, perché genocidio va usato, come dice Liliana Segre, in particolari circostanze e non va generalizzato, altrimenti tutte le guerre sarebbero genocidio. Genocidio significa pianificazione studiata a tavolino, come è stata da parte dei nazisti nei confronti dei ebrei», dirà Cenati fuori dal teatro. Aggiungendo: «Ho sempre voluto tenere un rapporto inclusivo e valorizzare i valori della libertà, della democrazia e i principi della Costituzione repubblicana».
Detto del Sant’Ambroeus, con tanto di elogi alla sua Armata Pirata 61 («molto più di una tifoseria», che non perde mai occasione, dagli spalti, di chiedere «libertà per tutti gli antifascisti» arrestati per qualsivoglia motivo), ecco che anche nella descrizione che precede la premiazione di Ulla Alba Manzoni, da sempre in prima linea contro le occupazioni abusive al Giambellino, si ritrova sempre il solito riferimento: «Figlia di un partigiano, morto prima che nascesse».
Un leitmotiv senza fine. La clava che Pd e compagni agiteranno con sempre più forza fino al 2027, quando Milano andrà al voto e l’asse della coalizione progressista potrebbe spostarsi più a sinistra. Antifascismo da centro sociale, antisionismo pronto a trasformarsi in antisemitismo e odio anti-polizia. Anti tutto Sant’Ambrogio ha offerto l’assist migliore al centrodestra per la partita del dopo Sala.